Dopo essersi allontanato dalle scene per un periodo, l’italianissimo Vermut torna sotto i riflettori ed entra nei cocktail all’avanguardia per diventare il nuovo protagonista della mixology internazionale.
Chiamatelo pure Vermut, Vermutte oppure Vermouth, ma non c’è dubbio: questo vino liquoroso estremamente aromatico, trova i suoi natali a Torino nel 1786. Un prodotto italiano prezioso, riconosciuto a livello internazionale come uno degli ingredienti base per cocktail da aperitivo e after dinner.
Oggi il Vermut, dopo un periodo di silenzio, torna a far parlare di sé, con le sue tipiche colorazioni e il suo sapore dalle note amaricanti conferite dalla pianta dell’assenzio.
Eccovi nel dettaglio le differenze tra Vermut rosso, bianco e dry.
Il Vermut rosso
Questo Vermut è stato il primo ad essere prodotto su scala industriale.
La sua colorazione ambrata, tendente a sfumature rosse, è dovuta all’importante aggiunta di caramello.
Il suo tenore alcolico è di 16-17% vol. ed è l’ingrediente base per lo storico cocktail Manhattan che, come tutti sanno, si prepara con 5 cl di whiskey, 2 cl di Vermut rosso e 1 goccia di angostura.
Voci di corridoio raccontano che il primo Manhattan fu richiesto dalla madre di Winston Churchill ad un party a New Tork nel 1874.
Dove? Naturalmente al Manhattan Club, locale ancora esistente da mettere nella lista dei lounge bar da vedere almeno una volta nella vita!
Il Vermut bianco
Il Vermut bianco è considerato un vino fortificato e aromatizzato, caratterizzato dal suo gusto dolce.
Il fatto che si chiami “bianco” è solo per differenziarsi dal cugino rosso, perché in realtà questo Vermut è di colore paglierino, con un tenore alcolico di 17% vol.
Per tanti anni il Vermut bianco non è stato considerato adatto alla mixology e veniva servito da solo con una fetta di limone e qualche cubetto di ghiaccio, miscelato poi con il seltz diventava un ottimo aperitivo.
Oggi, le tendenze cocktail di ultima generazione, si spingono oltre i confini della tradizione e non è detto che il Vermut bianco non possa entrare all’interno di drink con più ingredienti.
Il Vermut dry
Chiaramente secco e di colore paglierino leggermente più chiaro del bianco, il Vermut dry è stato molto apprezzato dai bartender del passato.
La sua gradazione alcolica raggiunge il 18,5% vol. ed è ancora oggi molto utilizzato per declinare le cocktail list più classiche.