La vendemmia inizierà verso il 20 settembre, per proseguire fino a metà ottobre, quando saranno raccolte le selezioni di alta collina. Dopo due stagioni come la 2017 e la 2018 caratterizzate per diversi motivi da andamenti climatici contrapposti, l’annata 2019 del Soave Doc ha avuto un andamento quasi nella norma, sebbene il mese di maggio sia stato il più freddo e piovoso degli ultimi 20 anni e giugno il più caldo e con assenza di precipitazioni.
L’andamento climatico è comunque stato ben gestito nel vigneto e la produzione si manifesta equilibrata con grappoli più piccoli della media ma con acini ben distanziati e sani.
La 2019 inoltre sarà la prima vendemmia che vedrà l’utilizzo in etichetta dell'indicazione dei singoli vigneti, che permette ai produttori di valorizzarne e raccontarne identità storiche e pedologiche. Ma conosciamo meglio questa Doc che così bene rappresenta il territorio veneto.
Il vino Soave: il territorio
I nomi non sono un caso, forse è per questo che si chiama "Soave". Antichissime le testimonianze della coltura della vite nella zona del Soave. La denominazione di origine controllata comprende in tutto o in una parte i territori dei comuni di Soave, Monteforte d’Alpone, San Martino Buon Albergo, Lavagno, Mezzane, Caldiero, Colognola ai Colli, Illasi, Cazzano di Tramigna, San Bonifacio, Roncà, Montecchia di Crosara e S. Giovanni Ilarione.
Quando si dice "Classico"
L’uso della specificazione “Classico” è riservata al prodotto ottenuto da uve raccolte e vinificate nei territori dei comuni di Soave e Monteforte d’Alpone, nei quali si trova la zona originaria, detta “zona storica”.
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L'uva
I vitigni fondamentali per il Soave sono la Garganega e il Trebbiano di Soave. La Garganega è uno dei più antichi vitigni italiani e il territorio di Soave permette la migliore espressione. Il Trebbiano di Soave, storicamente molto presente nei vigneti, ha lasciato sempre più posto "all’esuberanza" della Garganega.
I vini
Soave Doc: Acidità vibrante per un ottimo bianco. Dal punto di vista organolettico ha un colore delicato, un naso nitido ed uno sviluppo gustativo rapido ed appagante.
Soave Classico: un vino bianco più complesso, ottenuto nella fascia collinare dei comuni di Soave e Monteforte d’Alpone. E’ ideale negli abbinamenti con i pesci di mare, i crostacei, con gli antipasti, le minestre ed in genere con le pietanze gustose e leggere, anche con le carni bianche.
Soave Superiore Docg: nasce da un progetto più ambizioso, da una accurata selezione dei vigneti e delle uve, curando particolarmente l’evoluzione del vino in cantina. Questo è un bianco si abbina bene con formaggi, uova e carni bianche fino ad arrivare al baccalà.
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Recioto di Soave Docg
Nel 1998 è stato il primo vino veneto ad ottenere l’attribuzione della Denominazione di Origine Controllata e Garantita.
Il Recioto è però un vino di antichissima tradizione. L’esistenza nel territorio veronese di un vino bianco dolce, simile all’attuale Recioto di Soave, è testimoniata già nel V secolo, nell'epistola di Cassiodoro, ministro di re Teodorico. Indicazioni più precise sulla preparazione del “Recioto” vengono riportate, nel settecento, dal marchese Scipione Maffei. ”Il serbar l’uva fino a Dicembre, lo spremerla poi delicatamente nel gran freddo e riporre il mosto, senza metterla a bollire, conservandolo assai tempo prima di porvi mano, è pur quello che con l’istesso plauso facciamo ora onorandolo con il nome di “Santo”, scrive il Marchese.
Il Recioto si ottiene dall’appassimento delle uve migliori “le recie”, con gli acini più ricchi di zuccheri e meglio esposti al sole.
Con il nuovo disciplinare di produzione, il Recioto di Soave ha un profilo più complesso ed elaborato, diventando un vino da meditazione. Il colore è giallo brillante, il profumo complesso che ricorda il miele d’acacia con sfumature floreali, armonico, corposo e dai sentori di mandorla.
Per approfondimenti potete consultare il sito del Consorzio di Tutela del Soave.