Il gombo (anche chiamato okra) è uno di quegli alimenti che tutti abbiamo sentito nominare, ma poi non ne conosciamo la provenienza o il gusto. Oggi noi di Fine Dining Lovers vogliamo rivelarvi tutto quello che dovete sapere su questo frutto e su come cucinarlo.
Cos'è il gombo?
Il gombo è il frutto di una pianta proveniente dall'Africa. Appartiene alla stessa famiglia dell'ibisco, della malva e del cotone. Ha un bel colore verde e una buccia sottile, liscia o leggermente lanuginosa, ma comunque commestibile. All'interno contiene molti semi, anch'essi commestibili.
Infine, il gombo contiene anche una sostanza gelatinosa che fuoriesce quando viene tagliato a rondelle o a spicchi. Proprio per questa caratteristica è usato per addensare zuppe o stufati.
Anche se è stato usato per secoli, ora il gombo è utilizzato principalmente in Africa, India, nella Antille, in Sud America, nel Medio Oriente e in Louisiana.
Proprietà nutritive
Il gombo è un vero e proprio concentrato di nutrienti, grazie ai quali è considerato un toccasana per la salute. Ricca fonte di vitamine del gruppo A, B e C, il gombo è annoverato per le sue proprietà antiossidanti, prevenendo o apportando miglioramenti ad eventuali patologie del sistema cardiovascolare, regolando la quantità di zuccheri e colesterolo presenti nel sangue. È inoltre ricco di fibre vegetali solubili che aiutano l’intestino a mantenersi pulito e in salute, di calcio e magnesio indispensabili per la salute delle ossa, e di proteine (1,5 gr su 120 gr di prodotto cotto) il che lo rende un alimento perfetto per chi sostiene – per necessità o scelta etica – un regime alimentare vegano o vegetariano.
Che gusto ha il gombo?
Il gombo ha un sapore sottile e molto poco pronunciato, un po' come le melanzane. L'ideale è sceglierlo 3 o 4 giorni dopo la sua apparizione sulla pianta per avere un frutto tenero ma deciso. Se il gombo è troppo maturo, sarà molto appiccicoso.
Come conservare il gombo?
Il gombo può essere conservato per 2 o 3 giorni in frigorifero avvolto in carta da cucina e inserito in un sacchetto di plastica precedentemente forato.
Come si cucina il gombo?
Se il gombo presenta una leggera lanugine, strofinatelo con una spazzola per vegetali. Quindi lavatelo sotto l'acqua e scolatelo. A questo punto rimuovete l'estremità e cucinateli interi. Una volta pronti, si possono affettare e aggiungere a una zuppa o a uno spezzatino. Un ottimo abbinamento è con cipolle, peperoni o melanzane per una "padellata vegetariana". Condite con curry, origano, limone o aceto.
Questi frutti sono ottimi anche brasati, bolliti, fritti, saltati in padella, marinati o cotti al vapore per una decina di minuti. Il gombo può anche essere consumato crudo in insalata e condito con una vinaigrette.
Come cucinare i semi del gombo?
Se decidete di non mangiare il gombo intero ma tagliato a spicchi, potete rimuovere i semi, essiccarli e tostarli. Sono commestibili e possono diventare una decorazione originale.
Tutti pazzi per l’esotico
Negli ultimi anni, negli scaffali dei grandi supermercati e in quelli dei piccoli negozi locali di frutta e verdura, è sempre più comune vedere frutta e verdura esotica, fino a qualche anno fa introvabile e praticamente sconosciuta.
Il primo a farsi largo sulle tavole è stato sicuramente l’avocado che – con la sua polpa morbida – è perfetto per la preparazione di tantissime ricette, come quella sempre attuale dell’avocado toast.
Un altro frutto dall’aspetto curioso, molto usato in pasticceria sia per la sua estetica che per il suo gusto dolce e succoso è l’alchechengi. Appartenente alla stessa famiglia del pomodoro, l’alchechengi è perfetto per accompagnare il cioccolato come in questa ricetta di tortini al cioccolato con alchechengi.