Nel nostro corpo c’è un orologio. Instancabile e preciso, sincronizza ogni funzione fisiologica alle ventiquattro ore di cui è composta una giornata: a seconda dell’ora l’orologio, chiamato ciclo circadiano, attiva o meno specifici geni così che il nostro corpo funzioni in modo diverso in base allo scorrere del tempo. È un meccanismo raffinato, ma tutt’altro che magico: il funzionamento del nostro orologio si basa, infatti, su due fattori. Il primo e più conosciuto è la luce: a seconda della quantità di luce presente, l’orologio circadiano sa che momento è della giornata.
Per questo motivo stare al buio ci rende assonnati, qualunque sia l’ora del giorno. Solo recentemente è stato scoperto anche il secondo fattore, l’alimentazione: il cibo che ingeriamo influisce sul nostro orologio circadiano. Lo studio che l’ha dimostrato risale al 2001, ma allora non era ben chiaro quali fattori influissero su questo meccanismo. Una nuova ricerca, appena pubblicata sul prestigioso Cell Reports, chiarisce, invece, come il cibo influisca sul funzionamento del ciclo circadiano.
Il dottor Makoto Akashi e il suo team alla Yamaguchi University, ha capito che è l’insulina a giocare un ruolo primario in questo processo. Prodotta dal pancreas, l’insulina è un ormone responsabile di tantissimi processi fisiologici, il principale dei quali è regolare il livello di glucosio nel sangue. Grazie al lavoro di Akashi e colleghi, ora sappiamo che influisce anche sul ciclo circadiano, a seconda di ciò che mangiamo.
Riassumendo: noi ingeriamo del cibo, sulla cui base viene prodotta una certa quantità di insulina che, a sua volta, oltre alle funzioni che conosciamo, interagisce con il nostro orologio biologico. La conseguenza di questa scoperta non è da sottovalutare: regolando ciò che mangiamo, e quando lo mangiamo, possiamo agire sul nostro orologio interno. E, quindi, migliorare la nostra efficienza.
Per arrivare a questi risultati il team giapponese ha valutato il comportamento del gene Per2, che è il principale “interruttore” che regola il ciclo circadiano. Il team di Akashi ha dato da mangiare diverse quantità di cibo a dei topolini, studiando come questo influisca sul gene Per2 e, dunque, sul ciclo circadiano.
Al di là di tutto il lavoro scientifico emerso, gli studiosi hanno distillato dei suggerimenti preziosi che ci fanno capire quanto l’alimentazione influenzi la nostra efficienza nel corso della giornata.
Per evitare il jet-lag quando si atterra in tarda sera dopo un lungo volo, per esempio, il dottor Akashi consiglia una cena ricca di alimenti che stimolano la produzione di insulina, e quindi i carboidrati. In questo modo, si attiva maggiormente il Per2, e l’orologio biologico è portato a credere di trovarsi di fronte a un nuovo giorno.
Al contrario, arrivando di mattina, meglio una colazione che non stimoli la produzione di insulina.
Al di là dei tanti trucchi possibili, grazie a questa ricerca, capire e approfondire la correlazione tra alimentazione e ciclo biologico è importante per la prevenzione di diverse patologie. Pensiamo, per esempio, che un ciclo circadiano irregolare contribuisce a patologie cardiovascolari, diabete e perfino cancro. Grazie al lavoro del team della Yamaguchi University, sarà possibile scoprire nuovi modi per stare in salute e prevenire parecchi disturbi mangiando.