Sono passati quasi cento anni da quando la scritta in viale Parioli 36 recitava Vini e Oli. Un luogo che ha visto passare dalle sue porte operai negli anni ’30, borghesi negli anni ’60 e yuppie di successo negli anni ’80.
Bulzoni ha la stessa insegna di quei tempi, la stessa famiglia alle spalle, che prima vendeva vino e olio sfuso, da qualche anno possiede centinaia e centinaia di bottiglie. Da nonno a nipoti, tre generazioni votate all’enoteca, ognuna con uno spirito diverso.
Oggi l’enoteca Bulzoni si è rinnovata e ha aperto una cucina a servizio del vino proposto, semplice e dalle materie prime eccellenti.

Le bottiglie sono così tante che occupano ogni centimetro di scaffale delle due sale, con una logica tanto efficace quanto personale: se la sala laccata di rosso divide i vini moderni – fatti con tecniche moderne - dai vini come una volta – imbottigliati e creati con le tecniche poco invasive, come ai buoni vecchi tempi - nella piccola saletta bianca ci sono le etichette che ai fratelli Alessandro e Riccardo piace chiamare estreme: vini naturali, prodotti da vignaioli artigiani senza alcuna aggiunta chimica né in vigna né tantomeno in cantina. Sono i vini che gli piacciono, e un paio di bottiglie le fanno loro stessi nella piccola vigna di Torri in Sabina. Ogni volta che passo per il pranzo della domenica la vedo dal finestrino e mi chiedo se sia ancora aperta. Ora lo so, come so che a farceli, vino e olio, si divertono un mondo.

Purtroppo non di solo vino può vivere l’uomo, o comunque va giù meglio se accompagnato dalla giusta pietanza. Assodata l’esperienza nel mondo enologico, Bulzoni ha deciso di proporre piatti composti da materie prime provenienti da eccellenze italiane e presidi Slow Food. I formaggi e i salumi vengono dalla Proloco DOL e Le Orme, la pasta fresca è di Aldo Manzo, mentre per i piatti di carne c’è lo zampino della Bottega Liberati.
Interessante anzitutto la proposta al bancone, regno di mescita, dove spiluzzicare pintxos come Tonno di coniglio e peperoni su pane o Frittata con coppa di testa e cicoria ripassata (2 e 3 euro) o tapas - e qui la questione si fa più succulenta: Involtini di verza con salsiccia di fegato di Liberati, dal sapore speziato ma non così deciso da infastidire (6 euro), Fiocco della Tuscia alla piastra, verdure e mosto cotto (6 euro) o la Coratella d’agnello con patate (4,50 euro) per un grande classico.

Per una cena vera e propria ci sono piatti semplici ma ben fatti, tradizionali e non, tutti a servizio del calice che avete davanti. Torna la carne di Liberati nelle pappardelle fresche, tornano le sue frattaglie poetiche in versi di ragù: polmone, intestino, fegato e cuore di pollo e coniglio sono i migliori amici delle pappardelle belle spesse e gialle. Soddisfano, non aggrediscono e di sicuro riempiono (11 euro). Bombolotti alla carbonara, tortellini, lasagna e un primo del giorno fanno da cornice a piatti come il classico ossobuco o la tagliata di fassona. Esatto, quella che tagli, metti in bocca e sparisce senza che te ne accorgi per quanto è scioglievole (22 euro).

Da Bulzoni si sente il tempo addosso, nel legno degli scaffali, nel marmo del banco, nella collezione di bottiglie. Si percepisce l’enoteca e si capisce il formato, ormai sparito, del mangiare spicciolo e bene, senza fronzoli e in buona compagnia. Con un oste felice di venire al tavolo a fare due chiacchiere con voi, su una ricetta così come sul processo di vinificazione.
Andare da Bulzoni significa varcare una porta che va indietro nel tempo e scoprire, una volta dentro, che invece si è fatto qualche passo in avanti.
Evoluzione, ricordo, festa, intimità.
Cosa Enoteca Bulzoni
Info info@enotecabulzoni.it
Dove viale Bulzoni 36, Roma