È l'emblema del panino, di tradizione soprattutto anglosassone ma ormai diffuso in tutto il mondo. Il club sandwich , quella deliziosa composizione di pancarrè tostato, farcito a più strati di maionese, pollo o tacchino, bacon e verdure, sovente accompagnato dalle chips, riproposto in tutto il mondo con infinite varianti dalle più semplici alle più lussuriose, è un must have nei menu di ristoranti, alberghi e bar del globo.
Soprattutto, in particolare, in quei locali dove la cucina internazionale è d'obbligo, come i grandi alberghi di ogni categoria dall'Asia all'America.
Ed è anche il protagonista di uno speciale indice economico, sentore dei cambiamenti dei prezzi nel mondo, che racconta con la semplicità delle sue cifre la spesa che un turista deve affrontare quando viaggia nel mondo. L'indice del club sandwich, o CSI (Club Sandwich Index), creato da Hotels.com, ogni anno monitora il prezzo di questo prodotto, ma anche di un menu con hamburger, di un caffè e di un bicchiere di vino. Piatti e bevande universali, semplici e facilmente reperibili negli alberghi di 3,4,5 stelle dei 28 Paesi del mondo analizzati su base annuale.
GINEVRA E PARIGI LE CITTÁ PIÙ COSTOSE
Da diversi anni è la città di Ginevra dominare questo indice: il club sandwich che si può ordinare nei bar dei suoi hotel è il più caro e costa in media 30,59 euro, mentre a Parigi per lo stesso panino si spendono 24,39 euro.
Così le due città, svizzera e francese, si confermano, anche nel 2015 le più care per una ristorazione turistica in hotel. La meno cara, per l'indice del club sandwich, è Città del Messico, con una media di 8,91 euro, mentre fino allo scorso anno era l'India, con New Delhi, a vincere la gara verso il basso (mentre ora il sandwich costa circa 11 euro).
L'Italia invece vince la medaglia per il maggior ribasso: a Roma il prezzo del sandwich è sceso del 32 per cento a 14,53 euro.
La Svizzera, dove il costo della vita è sensibilmente più alto rispetto ad altri Paesi, resta la più cara anche nel conto totale della giornata di ristorazione: chi volesse mangiare in hotel finisce per spendervi in media 80 euro senza ordinare prelibatezze ma basandosi, appunto, su menu a base di panini. Sulle bevande arrivano le sorprese dell'index: bere una tazzina di caffè a Seoul può costare quasi 10 euro, mentre a Bogotà è ancora economico e supera di poco 1 euro.
Il bicchiere di vino rosso più caro arriva invece dalla patria delle migliori bottiglie: a Parigi per gustarne uno di qualità si pagano anche 23 euro, a Hong Kong 19.
IN FRANCIA L'INDICE Del jambon-beurre
L'economia in un panino non è un'idea nuova e anzi è un indicatore molto serio dei consumi: da anni per esempio in Francia esiste l'indice del jambon-beurre ovvero la segnalazione del prezzo medio del panino più mangiato nel Paese, la baguette farcita di burro e prosciutto, emblema dei pasti nazionali quasi al pari del croissant la mattina.
Nel 2014 (ultimi dati disponibili) questo pranzo nazionale e popolare è costato in media 2,74 euro: l'1 per cento in più rispetto all'anno passato. E piano piano, sostengono le analisi, il jambon beurre pur restando il panino più consumato nel Paese (sono farciti di jambon e beurre 6 panini su 10 venduti in Francia), viene raggiunto da altre prelibatezze dello street food, come la pizza. Ma i prezzi sono completamente diversi: per una "Reine", a base di champignons, prosciutto, mozzarella, si spendono oltre 10 euro.