Autenticamente italiana, la grappa conserva le tradizioni e le leggende del nostro paese per confermarsi un prodotto di successo senza tempo. Secondo l’antica leggenda, la parola “grappa” deriva dalla parola “graspo” che significa “grappolo d’uva” in dialetto veneto. Conosciuta già nel Medioevo, l’Italia all’inizio del XVII secolo ha istituito la cosiddetta “Corporazione degli Aquaviteri” e ha scritto le leggi e gli standard per la Distillazione nella Repubblica di Venezia. Gli italiani, oramai da generazioni, assaporano la grappa alla fine di un pasto come digestivo, servito con caffè o, più di recente, usato come base per i cocktail e gli aperitivi.
La grappa è un distillato ottenuto dalla vinaccia, la parte solida a residuo della tarchiatura dell’uva da vino. E’ l’unico distillato ottenuto partendo da una materia prima solida, uno scarto produttivo altrimenti destinato ad essere disperso nei campi come concime naturale. L’utilizzo di una materia prima solida si avvicina al principio alchemico che vede l’estrazione dell’anima con uno strumento chiamato alambicco, che svela la quintessenza del prodotto e lo rende unico nel suo genere.
Un nuovo concetto di grappa
Gra’it, grappa realizzata con sette fra i più celebri vini italiani, crea un equilibrio perfetto e rappresenta un ciclo compiuto e dinamico. Così come simbolicamente è rappresentato il numero 7, Gra’it è il prodotto che identifica il tutto. Stabilisce un equilibrio perfetto e compiuto in ogni suo ingrediente.
Si tratta di un blend di sette grappe fra le più celebri d’Italia (Barolo, Moscato d’Asti, Prosecco, Amarone, Brunello, Aglianico e Nero d’Avola) ottenute tramite un metodo di distillazione unico realizzato in collaborazione con le Università di Udine e Padova. Il procedimento è incentrato sull’affinamento in barrique smussando gli spigoli e purificando il prodotto, così da adattarlo alle esigenze creative dei bartender e all’abbinamento con altri ingredienti. Ci vogliono dodici mesi di invecchiamento in botti di rovere per acquisire ulteriore equilibrio e leggere tonalità speziate.
La bottiglia che racchiude l’anima di Gra’it deriva da uno stampo originale del 1856 che riprende le bottiglie degli anticipi profumieri di Venezia. Una tradizione fortemente legate al territorio di Venezia, che conserva ancora la lavorazione del vetro con soffiatura e che rende unico ogni singolo prodotto realizzato, e che propone Gra’it in una bottiglia unica.
Come abbinarla
Dall’idea di Luca Fabris, responsabile Gra’it per il mercato americano, è nata la “Gra’it challenge” una sfida itinerante tra 50 baristi degli Usa chiamati a lavorare per realizzare il perfetto cocktail a base di grappa. A vincere la competizione è stata Giorgia Crea del locale Zucca in Florida. La bartender per l’occasione ha deciso di abbinare il distillato a vermut rosa, sherry, olio di vinaccioli e acqua di rose, per dar vita al cocktail “A care affair”.
Altra proposta interessante è stata quella del Mag Cafe di Milano che vedono la grappa perfetta per essere abbinata a sakè, brandy all’albicocca, rosa e lime.
Si stanno facendo molte sperimentazione anche per quanto riguarda l’abbinamento con il gin tonic, ma il perfetto mix è ancora in fase di studio. I risultati ci dicono, infatti, che quello del Gra’it è un esperimento che sta funzionando con molto apprezzamento che viene dall’estero.