Gianfranca Dettori è una pasticciera sarda originaria di Sennori, in provincia di Sassari, conosciuta in tutto il mondo per essere una delle poche donne rimaste a preparare i Filindeu, o Fili di Dio, una "cialda" croccante e bianchissima che si presenta come una trama che ricorda un tessuto. Rotta a pezzi irregolari, si cuoce in pochi minuti, direttamente nel sugo o nel condimento allungato con un poco di acqua.
Innamorata della sua Sardegna, la pasticciera e panificatrice ha deciso di dedicare un nuovo dolce alla sua terra natale. Sembra un'opera d'arte, eppure è tutta da mangiare.
Gian Franca Dettori e i suoi dolci - Credit: Annalisa Cavaleri
"Circa un paio di mesi fa, ho trovarto su internet alcuni dipinti di Cristina Maddalena, un'artista, così affascinata dalla Sardegna che, pun non essendo sarda, si trasferisce qui per sei mesi all'anno. Non appena mette i piedi a terra, inizia a partecipare a quasi tutte le sagre, le sfilate e le processioni, per fotografare e poi dipingere donne in abiti tradizionali. I suoi quadri mi hanno ispirato e cos' le ho chiesto di collaborare per creare un dolce che potessere racchiudere i profumi, i sapori e le bellezze della Sardegna".
Il dolce Tziu Pele di Gian Franca Dettori
Da questa collaborazione, nasce una copuletta fatta con una sfoglia sottile di farina strutto e zucchero (anche detta "pasta violada") con un ripiena di miele, mandorle, arance e zafferano. Dopo la cottura, la copuletta viene decorata magistralmente a mano dalla Dettori con ghiaccia e colori alimentari. I colori e il "ricamo" ricordano un antico costume tradizionale di Sennori in velluto di seta velluto rosso con decori dorati, chiamato "Tziu Pele". Il dolce si chiamerà proprio così, in omaggio alla Sardegna e alle sue tradizioni antiche.
"Amo tutto ciò che è tradizione, amo stare con le mani in pasta, e questa mia passione è diventata un vero e proprio lavoro, passione che coltivo sin da bambina - spiega Gian Franca Dettori-. Vengo da una famiglia dove mia bisnonna era panettiera, come poi mia nonna e mia madre. Spero che questo dolce diventi il simbolo di tutto ciò che c'è di buono nella nostra Sardegna".