Quali sapori stiamo cercando?, ci chiede la scritta sullo schermo. Vorremmo una pasta di grano duro del Salento con pomodoro fresco, rispondiamo noi. Nel giro di pochi secondi ci risponde con tre ricette: spaghetti al pomodoro, spaghetti al pomodoro e basilico, spaghetti al pomodoro e origano. Per ognuna è consigliato un abbinamento con un vino. Gli ingredienti, come il Parmigiano Reggiano di un piccolo produttore emiliano o la pasta Senatore Cappelli, sarebbero reperibili con un semplice clic da una parte dello schermo.
Quello che stiamo vedendo è la demo di un avatar: un simpatico chef che ci guida nelle 16.000 ricette che fanno parte del data base de Il Palato Italiano, club per "appassionati dell'enogastronomia, della cultura e dello stile di vita del Bel Paese". Il sistema è ancora in via di definizione ma è subito chiaro, per noi giornalisti invitati all'anteprima, che stiamo assistendo a un esperimento unico. Quando sarà messo a punto questo diventerà il primo caso di rete semantica applicata a un ricettario. Ma non è l'unica innovazione a cui assisteremo oggi, nella sede de Il Palato Italiano a Bolzano.
Il progetto è il frutto di dieci anni di lavoro della coppia di imprenditori Nadia e Luciano Bertani: un luogo che si pone come ingresso privilegiato per scoprire la cucina italiana in ogni sua sfumatura di eccellenza, offrendo esperienze irreperibili altrove e altamente customizzate. Ovviamente il target a cui si rivolge è molto elevato e prevalentemente internazionale. Ci sono già 500 membri, tra Europa, Stati Uniti e Giappone, che per ora si sono tesserati in modo gratuito - ma tra poco arriverà una quota di iscrizione dai costi non accessibili a tutti.
Sul sito de Il Palato Italiano trovate - oltre al ricettario - un e-commerce con prodotti difficili da trovare perfino in Italia, figuriamoci all'estero, dal formaggi di fossa di Brancaleoni al vino prodotto 40 metri in profondità nel lago di Iseo. Ma è l'utilizzo delle tecnologie che davvero lo distingue. Nella sede di Bolzano (a cui, in futuro, faranno compagnia altre sedi nel mondo) si trovano stanze attrezzate per seguire degustazioni in tele-presence sviluppate insieme a Cisco: un sistema mai applicato alla cucina, e che ha richiesto un grande lavoro su luci, colori e profondità per trasmettere al meglio la sensorialità di un vino o una ricetta.
E poi ci sono le stanze per il tele-cooking, attrezzate per far seguire lezioni di cucina a distanza e organizzate da una vera e propria sala regia. Immaginate lo chef de Il Palato Italiano - il giovane e carismatico Filippo Sinisgagli, un passato insieme a Gualtiero Marchesi - davanti al suo schermo che riesce a correggere il modo in cui tagliate le cipolle, voi davanti al vostro in un altro continente (nel futuro sono previste diverse "pedine" de Il Palato Italiano, come le chiama il signor Bertani, nel mondo). E immaginate poi, accendendo un altro schermo, di collegarvi con il produttore del prosciutto che state assaggiando e che vi racconta come viene prodotto.
Ma il modo più efficace per capire la filosofia alla base de Il Palato sono i video girati per raccontare i produttori, una decina al momento. Una regia impeccabile e una fotografia splendida per veri e propri mini-film che raccontano piccole realtà di artigianalità italiana. Coniugare la tecnologia al servizio della tradizione, servire le tipicità locali sul vassoio del lusso e rendere disponibile un assaggio del nostro paese a qualsiasi latitudine, senza per questo doverne snaturare i sapori: se c'è un futuro della cucina italiana, di sicuro sta venendo coltivato al Palato Italiano.
Se vi incuriosisce, trovate maggiori informazioni su Il Palato Italiano qui.