Per rendersi conto della popolarità de La Macelleria basta visitare la sua pagina Facebook, dove ogni post è accompagnamento da condivisioni, decine di likes e commenti entusiasti. Ed è sufficiente guardare i gusti proposti per capire come la gelateria, aperta poco più di un anno fa a Brisbane, non sia l'ennesimo caso di italian sounding bensì una piccola enclave di artigianalità italiana.
Dietro a gusti come Mandorla, miele e arancia, Gelato al Bonet, Pomodoro e basilico o Castagnaccio con Rosmarino ci sono Matteo Casone e Matteo Zini, due giovani - sul filo dei trenta - bolognesi che hanno creato La Macelleria, un progetto iniziato a Bologna (dove avevano appunto aperto negli spazi di un'ex macelleria) ma destinato dall'inizio a essere esportato in Australia.
Abbiamo fatto qualche domanda a Matteo Zini per capire meglio questa storia di successo.
Come avete deciso di aprire una gelateria?
L'idea è nata una sera d'estate del 2012, proprio mangiando un gelato. Lavoravo come marketing specialist e come freelance per una nota società sportiva bolognese; il mio socio era consulente presso una multinazionale. Parlando dell'incertezza del mondo dei contratti a termine, con poche prospettive di crescita e in un periodo di disoccupazione altissima, abbiamo deciso che avremmo cominciato qualcosa di nostro. La gelateria nasce dal fatto che a Bologna il gelato è molto popolare e di altissima qualità ed è il posto migliore dove imparare la professione, perchè ci sono strutture che offrono la possibilità di frequentare corsi anche molto specializzati.
Perché avete deciso di partire proprio per l'Australia?
L'Australia è sempre stata nei nostri progetti perchè entrambi abbiamo vissuto esperienze significative in quella parte di mondo. Io l'ho viaggiata praticamente tutta el 2009, me ne sono innamorato e ho sempre avuto l'idea che un giorno ci sarei tornato.
Quali sono state le maggiori difficoltà?
Sopravvivere! L'Australia è un paese molto caro, noi non avevamo lavoro: abbiamo mangiato riso in bianco per più di 3 mesi. Non è stato facile anche trovare il locale giusto, nella zona giusta, a un prezzo giusto. Poi abbiamo fatto una lunga ricerca degli ingredienti primari per cercare di stare il più "local" possibile. Abbiamo dovuto riadattare e ristudiare le ricette sulla base dei prodotti australiani.
E poi ovviamente ci sono tutte le regole del sistema australiano a livello societario, del lavoro, sanitario ...
Qual è la differenza tra aprire un'attività in Italia e aprirla là?
Qua in Australia le persone, e i media soprattutto, sono molto più attive e proattive sulle nuove aperture. Il passaparola gira molto in fretta se il prodotto è buono e di qualità. Avevamo pensato di investire una certa cifra in marketing e pubblicità, ma alla fine non è stato necessario, perchè tutti i food writers che avevamo invitato ad un Gelato Workshop (che adesso facciamo tutti i lunedì sera per educare la clientela al vero gelato artigianale) il giorno prima dell'apertura hanno scritto di noi. Il primo week end di apertura eravamo già pieni con la fila. Gli affari vanno molto bene, stiamo importando la prima Ape Gelato in Australia per servirlo nei food markets o in eventi, e lanceremo anche il primo servizio di delivery con la Vespa.
Quanto è alta la consapevolezza gastronomica degli australiani?
Vanno matti per il gelato artigianale. All'inizio pensavamo non avrebbero notato la differenza con l'ice cream a cui sono abituati, e invece si sono suvito innamorati del nostro prodotto e della nostra storia. La capitale dal punto di vista gastronomico è Melbourne, anche perchè è la città più "europea" d'Australia, ma anche Brisbane sta crescendo molto da questo punto di vista. Stanno aprendo molti ristoranti di altissimo livello - il nostro preferito ovviamente è un ristorante italiano che fa un'ottima pizza napoletana.
Nel futuro c'è un ritorno in Italia?
L'Italia ovviamente ci manca. Quest'anno siamo tornati per una vacanza estiva: vivendo lontano per così tanto tempo, quando torni nel tuo paes ti sembra sempre tutto più bello e affascinante. Ma siamo consapevoli del fatto che la situazione economica e le prospettive per i giovani non sono tanto cambiate da quando abbiamo lasciato. Nutriamo un grande rispetto per le persone che fanno business in Italia, che nonostante tutto non mollano contribuiscono a far restare in piedi il nostro Paese.
Noi per il momento abbiamo tante cose in ballo da questa parte del mondo: proprio in questi giorni, ad esempio, partirò per la Cina dove terrò dei corsi sul Gelato artigianale alla fiera Ice Cream China 2015 a Tianjin. Ma sì, un giorno ci piacerebbe tornare e portare la nostra esperienza in Italia.
Quali consigli darebbe a un giovane che voglia intraprendere una strada come la vostra?
Partire con le idee chiare, studiare il progetto nei minimi dettagli e non perdere mai fiducia in se stessi e positività. Prima di partire noi abbiamo investito tempo e denaro in corsi professionali, ma anche in esperienze lavorative presso gelaterie top del settore (il nostro Maestro è stato Giacomo Schiavon della Sorbetteria Castiglione), e ci siamo messi alla prova come imprenditori.