È il dolce italiano per eccellenza, il più amato e diffuso al mondo. Quando si parla di tiramisù, il gioco si fa duro. Anzi, cremoso e avvolgente. Simbolo del Made in Italy, questa ricetta è arrivata in ogni angolo del globo e viene celebrata ogni anno il 21 marzo, in occasione del Tiramisù Day: una data che coincide con l'arrivo della primavera, quando la natura rinasce e torna rigogliosa. La giornata mondiale dedicata al dolce cult dell’arte pasticcera italiana è stata istituita dai giornalisti gastronomici Clara e Gigi Padovani, per richiamare l’attenzione sul dessert al cucchiaio più amato di sempre, che vanta primati importanti, da "quinta parola della cucina italiana conosciuta all’estero” - come ricorda l’Accademia del Tiramisù - a dolce più ricercato online.
Anche i dati del delivery confermano il primato del popolare dolce: nel 2024 sono stati ordinati ben 18 mila chili di tiramisù, con il classico in cima alla classifica. Apprezzate anche le nuove declinazioni, dal tiramisù al pistacchio al tiramisù con crema spalmabile alle nocciole. Venduto soprattutto la sera, nei mesi invernali, con un picco di oltre 5 mila chili ordinati solo tra gennaio e marzo (fonte Just Eat). Ma dove mangiare i migliori tiramisù d’Italia? Domanda fatidica, che colpisce al cuore i più golosi. Certo, ognuno ha il suo preferito, e forse quello casalingo della zia è sempre il buono che ci sia. Ma esistono interpretazioni d'autore che vale la pena assaggiare. Qualche idea? Qui di seguito troverete servita la nostra dolce playlist: scoprite quali sono secondo noi i tiramisù da assaggiare almeno una volta nella vita.
Le origini: dallo sbatudìn al tiramisù
Quali sono le origini del tiramisù? A dispetto di quanto si potrebbe pensare, non sono così remote: il dessert al cucchiaio, nella versione che conosciamo oggi, nasce nella seconda metà del ‘900, come evoluzione dello storico sbatudìn trevigiano, la classica preparazione energetica a base di tuorlo d’uovo e zucchero sbattuti e montati. La paternità della ricetta è stata contesa a lungo tra diverse regioni d’Italia, in particolare tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, ma a spuntarla è stato il Veneto, in particolare la città di Treviso. La parola “tiramisù”? Deriverebbe dal dialetto tirame su, in riferimento alla funzione “ricostituente” di questo dolce al cucchiaio, preparato con ingredienti particolarmente corroboranti come il caffè, le uova, il mascarpone e il cacao.
Tante le versioni tramandate sulla nascita della ricetta, che prima di arrivare all’interpretazione moderna che conosciamo oggi, quella del ristorante Le Beccherie di Treviso, il primo locale ad averlo inserito ufficialmente in menu negli anni ‘70, in passato ha rinvigorito bambini, puerpere, anziani, e persino i clienti della case di piacere cittadine, a cui veniva offerto prima del rientro a casa. Aldilà della complessa ricostruzione storica della nascita di questo must della pasticceria italiana, può essere interessante sapere quali interpretazioni provare una volta nella vita: dalla rilettura al piatto alla più classica delle versioni, passando per creazioni più originali. Scoprite i migliori tiramisù assaggiare.
I migliori tiramisù d'Italia: 10 versioni d'autore da provare
Una sinfonia dolce, morbida e avvolgente, a base di biscotti savoiardi, mascarpone, uova, zucchero, caffè e cacao: ingredienti semplici, che consentono di ottenere un dolce superlativo, goloso e decisamente voluttuoso. Dalla ricetta tradizionale alla versione destrutturata, dalla preparazione classica all'interpretazione d'autore, dalla monoporzione alla torta, passando per il mignon: per ogni versione, scoprite dove assaggiare i migliori tiramisù d'Italia nella nostra lista definitiva.
Ecco 10 tiramisù da assaggiare almeno una volta nella vita.
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Il tiramisù de Le Beccherie

“Il nostro Tiramisù rispecchia le anime dei trevigiani: energici come il caffè e il cioccolato, dolci e accoglienti come la sua crema. Treviso stessa è una piccola famiglia, con il cuore cremoso” si legge sul profilo Instagram de Le Beccherie. Una tappa fondamentale per i tiramisù lovers, perché in questo ristorante del centro di Treviso è nato il dolce italiano più diffuso al mondo. Qui, infatti, nel 1972 è stata codificata la ricetta: in quell’anno il tiramisù apparì per la prima volta in menu. Ma la preparazione, come spesso accade, aveva una precedente genesi, risalente al 1955. All’epoca, l’allora titolare Alba Campeol era in attesa del figlio Carlo. Per darle forza, la suocera era solita prepararle una colazione a base di zabaione e caffè. Una volta tornata al ristorante, la proprietaria, assieme al pasticciere del locale Roberto Loi Linguanotto, iniziò a sperimentare in cucina, facendo diverse prove per proporre un dolce simile ai clienti, sino a trovare la ricetta perfetta e a inserirlo in carta. La svolta? Quando decisero di usare il mascarpone fresco nella crema, al posto di altri prodotti come la ricotta o la panna. La ricetta, una volta ultimata, venne presentata alla Fiera Campionaria di Milano, sino a diventare un’icona del Made in Italy. Nel 2010 è stata addirittura depositata presso l’Accademia Italiana della Cucina con un atto notarile. Perché il tiramisù è una cosa seria.
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Il Tiramisù Max della Pasticceria Max

Restiamo a Treviso, ma andiamo alla Pasticceria Max, dove il maestro Massimo Albanese, membro di Ampi - Accademia Maestri Pasticcieri e dell’Accademia del Tiramisù, propone una sua personale interpretazione del dolce simbolo della città, molto fedele alla ricetta originale: il Tiramisù Max, preparato con i sei ingredienti che sono alla base della versione tradizionale (uova, zucchero, caffè, mascarpone, savoiardi e cacao), a cui si aggiungono uno strato di gel al caffè, che ne aumenta la sua persistenza, e un savoiardo croccante avvolto da un velo di cacao.
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Il Tiramisù scomposto dei fratelli Lebano

Ormai è diventato un classico il tiramisù scomposto, presente in menu sin dall’apertura e mai più tolto dalla carta dei dessert della Terrazza Gallia a Milano, il ristorante sul rooftop dell’Excelsior Hotel Gallia. Qui i fratelli Lebano, chef alla regia della cucina, sotto la supervisione dei tristellati fratelli Cerea, firmano con il pastry chef Stefano Trovisi una bella reinterpretazione moderna del dolce italiano più amato nel mondo. Se volete provare una versione originale, provate questa. Al centro, una sfera di zucchero che racchiude una schiuma di tiramisù con tutti gli ingredienti del classico tiramisù. Intorno alla sfera, ecco una costellazione di ingredienti rivisitati nella forma e nella consistenza: il pan di Spagna bagnato al caffè amaro, la crema al caffè, il gelato al mascarpone con cacao e il cioccolato fondente soffiato. Una versione giocosa, molto originale nella forma, che tuttavia non si allontana dal gusto della ricetta classica del tiramisù.
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Gli Occhiali Tiramisù di Fabrizio Fiorani

Un’invenzione geniale del pastry chef Fabrizio Fiorani, maestro Ampi e nome noto dell’arte dolce, eletto Best Pastry Chef d’Asia da The World’s 50 Best Restaurants, oggi alla regia della pasticceria Zucchero, all’interno dell’hotel W Rome. Il suo “tiramisù in maschera” si ispira al carnevale di Ronciglione, paese d’origine del padre, dove è tipica la maschera dei “nasi rossi”, che provano a servire cibi e bevande in contenitori non convenzionali. “Da bambino soffrivo di quel che viene chiamato ‘occhio pigro’, per cui portavo gli occhiali. Mi è bastato un piccolo intervento per liberarmene e per rendere tutti più felici, a partire da mia mamma Laura. È a lei che ho pensato nel creare degli occhiali di tiramisù che, posati su un supporto a forma di naso, ricordano molto una delle maschere più comuni per camuffarsi”, racconta il pasticciere nel volume Zucchero (Topic Edizioni, 20204). Una creazione originale, a base di namelaka al mascarpone e sablé al caffè, servita con un tiramisù al bicchiere, con spuma e gelato di mascarpone, falso biscotto al caffè e namelaka alla panna.
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Il Tiramisù di Luigi Biasetto

Andiamo a Padova, dove un fuoriclasse come Luigi Biasetto, campione del mondo alla Coupe du Monde de la Patisserie nel 1997, propone una versione impeccabile del tiramisù. "E’ un dolce al cucchiaio che ha presto conquistato i gourmet di tutto il mondo, arrivando anche alla ‘tavola’ dei più grandi chef stellati, addirittura dei cugini francesi. Deve il suo successo globale a un perfetto equilibrio dei sapori; la consistenza di un savoiardo ben imbevuto (quasi bagnato) di caffè lo rende ancora più goloso, e una crema “slegata” lo rende ancora più affascinante. Per questo motivo ogni versione con addensanti lo declassa a un surrogato dell’originale”, spiega il maestro. La sua versione? Una crema al mascarpone alleggerita con zabaione, senza alcol, e un soffice savoiardo, imbevuto di caffè espresso.
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Il Tiramisù della Pasticceria Marisa

È un punto di riferimento dell’arte dolce la Pasticceria Marisa del maestro Ampi Lucca Cantarin a San Giorgio delle Pertiche, in provincia di Padova. Qui il pasticciere propone il suo tiramisù d’autore, come un dolce da condividere per le occasioni speciali: una sinfonia composta da un soffice biscuit savoiardo al cacao, bagna al caffè con crema mascarpone e mandorle croccanti. Un dolce goloso, da assaporare fetta dopo fetta, in un momento conviviale.
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Il Tiramisù mignon di Fabrizio Galla

Fabrizio Galla, fuoriclasse dell'arte dolce, membro di Apei, l’Associazione Pasticceri dell’Eccellenza Italiana fondata da Iginio Massari, con la moglie Federica Russo (capo laboratorio), ha creato una versione mignon del tradizionale tiramisù, racchiudendo tutta l’emozione del celebre dolce in soli 25 grammi. La base è costituita da un sottile scodellino di frolla, preparata con zucchero vagliato fine, che conferisce una piacevole croccantezza. All’interno, una crema al mascarpone vellutata si unisce a un cuore di biscotto savoiardo imbevuto di caffè. Una piccola creazione che rappresenta un'evoluzione contemporanea della ricetta tradizionale, capace di conservare l’essenza del tiramisù in un formato ridotto, ma ricco di sapore. Si trova nella Pasticceria Galla, a San Sebastiano da Po (Torino).
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La Torta Tiramisù di Marchesi 1824

Un dolce di ispirazione classica, ma di nuova produzione. Parliamo della Torta Tiramisù di Marchesi 1824 a Milano. La nota insegna, dopo le celebrazioni per il bicentenario della fondazione, torna alle origini e propone una collezione dedicata ai grandi classici della pasticceria italiana. Così, sotto la guida dell’Head of Pastry Diego Crosara, Marchesi 1824 per il 2025 presenta una proposta che si snoda attraverso le regioni italiane, proponendo una selezione di dolci iconici, reinterpretati con eleganza e maestria. Ecco allora la Torta Tiramisù, che si rifà all’originale ricetta trevigiana, reinterpretata in chiave moderna con eleganti decori che ne esaltano l'estetica, senza alterarne la cremosità che da sempre la caratterizza.
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Chicco di caffè, il tiramisù di Paolo Griffa

"Il tiramisù è la monoporzione più venduta: nonostante le numerose proposte, incluse quelle più creative, questo dolce dal sapore classico resta il più amato". Così racconta Paolo Griffa, maestro pasticciere Ampi e chef patron del ristorante - pasticceria che porta il suo nome al Caffè Nazionale di Aosta. Assieme alla moglie Titti Traina, pastry chef di casa, firma una versione di tiramisù che gioca con le forme. Si chiama Chicco di caffè ed è una mousse al mascarpone avvolta da una camicia croccante di cioccolato fondente 72%. Al suo interno, un inserto di bavarese al caffè e un biscotto bagnato nel caffè.
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Il Tiramisù al limone di Sal De Riso

Un dolce che consideriamo un po’ un outsider, ma che segnaliamo soprattutto a chi ama sperimentare con le tante varianti del dessert italiano per eccellenza. Tra le prime reinterpretazioni d’autore, con un gusto che si allontana dal classico binomio caffè e cacao, ecco il Tiramisù al limone della Costiera di Salvatore De Riso. Nella sua pasticcera di Minori, il celebre pasticciere, presidente di Ampi, propone questa felice rilettura del dolce cult, preparato con biscotto savoiardo inzuppato di limoncello, ripieno con crema al mascarpone fresco di produzione propria e crema al limone Costa d'Amalfi igp, il profumatissimo “sfusato” che cresce sui terrazzamenti eroici della zona.