All’interno della casa cantoniera del civico 256 di Alzaia Naviglio Pavese c’è Motelombroso, uno spazio dedicato a cibo, vino e arte che da qualche tempo è sotto i riflettori dei milanesi e non solo.
La location non lascia nulla al caso, il suo stile post industriale arricchito da piante, specchi e giochi di luci suggestivi la rende viva e pulsante. Motelombroso nasce come luogo di condivisione e convivialità in cui cibo, vino e arte sono in perfetto equilibrio tra loro. Alessandra Straccamore e Matteo Mazza, coppia anche nella vita, hanno immaginato e reso reale questo luogo per offrire agli ospiti un’esperienza sensoriale completa circondata dalla cornice bucolica degli spazi.
Foto: courtesy of Motelombroso
Da metà giugno 2022, la cucina di Motelombroso cambia e apre le sue porte a Nicola Bonora, classe 1990, di origini isolane. Sarde per la precisione. E queste sue radici si riconoscono nei piatti, compaiono in modo discreto e travolgono il palato, non lo lasciano mai solo. Portata dopo portata scopriamo un crescendo di profumi che ricordano la terra arsa dal sole e la brezza salmastra e si fondono a tecniche contemporanee e sentori di mondi lontani. Il viaggio gastronomico abbraccia la cucina di mare e quella di terra (perché, si sa, la cucina sarda è soprattutto di terra), ma non si limita a questo territorio. Viaggia, veloce ma senza mai strattonare l’ospite con brusche frenate, e arriva a toccare l’Asia con le sue sinfonie determinate eppure così gentili. L’attenzione al cliente è massima da ogni punto di vista, lo stesso può scegliere il suo percorso personale o può essere accompagnato dall’esperienza gastronomica dello chef e da quella enologica di Matteo Mazza che con la sua personalità esplosiva è capace di mettere a proprio agio anche l’ospite più complesso.
Una sera a cena da Motelombroso
Tavoli materici, pietre, sedie di pelle morbidissima. Questa location sottolinea che un’esperienza gastronomica non è fatta solo di gusto, ma anche di tatto, vista, olfatto e udito. Il benvenuto è composto da 4 mini assaggi che vengono portati al tavolo su supporti tutti diversi per colore, per materiale e per dimensioni. Assaggiamo un bao con insalata russa di muggine e bottarga di Cabras, un nervetto di vitello soffiato, una caponatina di melanzana e pomodoro (con quel tocco di cacao come vuole la tradizione) e un raviolino croccante di zucchine e menta. Questo è quello che, senza ombra di dubbio, può essere definito come un buon inizio. Seguono gli antipasti. Proviamo Ostrica: Gillardeau cruda e cotta, lattuga di mare, cicoria ed elicriso. Le consistenze sono l’elemento forte di questo piatto, oltre alla freschezza delle ostriche, indiscusse protagoniste. Una cosa è certa: l’amaro, che compare con discrezione e senza mai essere prepotente, è uno dei sentori cari allo chef.
Foto: Claudia Concas
Sempre tra gli antipasti c’è Maialtonné: Coppa di Mora Romagnola, salsa di palamita e cappero. Un gioco di parole e un vero divertimento per il palato. La componente grassa di questo taglio di carne dalla consistenza morbidissima è accompagnata da piacevolissime punte di acidità, il cappero offre resistenza alla masticazione e il risultato è un piatto estremamente piacevole ed equilibrato.
Foto: Claudia Concas
Si entra nel vivo della cena con Eliche, crudo di pesce e brodetto. Sul piatto troviamo piccoli bocconcini di pesce, la scelta dello chef è quella di non eliminare la pelle da nessuno di questi. È lo chef stesso che, al tavolo, versa il brodetto caldo insieme alla pasta in modo che la cottura del pesce avvenga per osmosi. E si tratta di una cottura perfetta che rispetta le delicate carni dei componenti ittici. Il brodetto è sapido e delicato al tempo stesso. Ma è a questo punto che viene servito il piatto più evocativo della cena, si chiama Limone e pecorino. Spaghetto, Fiore Sardo affumicato e limone, sono questi tre gli ingredienti principali di questo piatto che racconta tanto delle radici dello chef. Un piatto semplicissimo, ma estremamente equilibrato, ricco di carattere, che raccoglie al suo interno le sfumature della cucina sarda la cui delicatezza si alterna costantemente a una struttura solida e identitaria. Questo piatto è per tutti, ma ancora di più per chi sa coglierne le sfumature, il significato, le radici e le evoluzioni.
Foto: Claudia Concas
Con questo piatto lo chef consacra la sua cucina, fatta sì di ricordi, ma anche di futuro. Tra i secondi piatti proviamo Rana pescatrice con salsa alla Mugnaia e agretti. Un trancio morbidissimo di coda di rospo prima cotto al vapore e poi finito sulla griglia. La salsa è sinuosa, avvolgente, ricca ma rispettosa con le carni preziose di questo pesce. Il pre dessert è divertente e sorprendente. Una piccola distesa di muschio ospita due stecchini a cui sono infilzati, nella parte superiore, due bon bon di cioccolato bianco con un cuore liquido di passion fruit. Questi due fiori fungono da perfetto ponte tra le pietanze salate e quelle dolci che seguiranno.
Foto: Claudia Concas
Proviamo Roccioso, un cremoso al mascarpone con crumble di mandorla salata e un cuore di gelato al caffè. Vuole ricordare un tiramisù? Pare di sì, ma offre molto di più: freschezza, croccantezza e quella coccola che solo un buon gelato al caffè sa dare alla fine di un pasto.
Foto: Claudia Concas
La carta dei vini è estremamente fornita e interessante, Matteo ci accompagna alla scoperta della sua cantina che, contro ogni aspettativa, è situata al piano superiore “perché una casa cantoniera sul Naviglio non consente di conservare al meglio i vini al piano interrato”, ci spiega. Questo è il vero cuore di Motelombroso, una scritta al neon veglia su un tavolo per 4 persone circondato da vini che quasi commuovono. Qui è possibile navigare lungo un percorso enogastronomico al buio con chef e sommelier a fare da timonieri. Una stanza suggestiva, intima ed evocativa, adatta per chi vuole organizzare una cena speciale o regalarsi un momento di indimenticabile soddisfazione per il palato.
Foto: Claudia Concas
Motelombroso
Alzaia Naviglio Pavese, 256
20142 Milano
info@motelombroso.it
3331855267