L'incontro coi vignaioli, Giovanna Morganti e Stefano Amerighi da Erba Brusca - ristorante con orto a Milano, perfetto in tutte le stagioni dell'anno - non inizia nel modo sperato. In ritardo, bloccati nel traffico congestionato delle 19:00, quello dell'ora d'oro in cui i lavoratori tornano a casa, riescono a raggiungere finalmente il locale. Siedono come fossero invitati qualunque e questo mette a proprio agio tutti coloro che nel frattempo avevano iniziato la degustazione di vini naturali.
Sono produttori vecchio stampo, Giovanna Morganti e Stefano Amerighi, il che però non si traduce in metodi "obsoleti", tutt'altro. La loro è una storia di amicizia, passione e tradizione e ci spiegano cosa sono e come nascono i loro vini naturali.
"Il vino naturale per me è stata una scelta direi quasi automatica. Sono figlia di appassionati di viticoltura e mi è sempre venuto quasi naturale pensarmi insieme ad una pianta. Il mio percorso - soprattutto nel vino - è molto legato all'ecologia e porta con sé anni di impegno molto forte per la tutela dell'ambiente". La scelta di produrre vini naturali è stata dettata dalla terra stessa, stanca e stremata "da anni di visione utilitaristica figlia di uno sguardo industriale alla vigna" ci racconta Stefano Amerighi, proclamato Viticoltore dell'Anno da Gambero Rosso. "Quella che abbiamo messo in atto è una rivoluzione straordinaria, che ha rotto gli schemi dell'idea di vino degli anni '90".
"I miei vini sono vini ambiziosi che vivono in funzione delle annate. Quella del 2013 ad esempio è stata un'annata concentrata, poco produttiva, perché quella del 2012 è stata molto secca. La vite decide un anno prima come sarà l'anno dopo".
L'amicizia tra i due nasce dalla passione per il territorio e si declina in due modi di lavorare diversissimi, ma complementari. "Stefano è uno dei primi fondatori di Viniveri, uno dei primi movimenti di vini naturali, diventato poi VinNatur. "Il vino per noi deve trasmettere la vivacità della terra". La terra ad oggi è svilita ed è il clima che ci racconta questo malessere". Ma cosa sono i vini naturali?

VINI NATURALI: COSA SONO
Definiamo il concetto di vini naturali. I vini naturali seguono precise caratteristiche, tra cui figurano: la produzione, la resa delle vigne, il tipo di agronomia, i pesticidi, l'aggiunta di zuccheri. Iniziamo col dire che il produttore dev'essere indipendente e l'agronomia dev'essere il più naturale possibile. I vigneti privilegiati sono quelli a basse rese, le uve vengono raccolte a mano e l'uso di pesticidi, erbicidi o insetticidi è bandito. Non vengono aggiunti né zuccheri né mosti concentrati, non c'è micro-filtrazione e mancano gli aggiustamenti di acidità. La fermentazione dev'essere spontanea, nessun lievito o enzima e men che meno aiuti di altro tipo sono previsti o accettati.
Molti vini naturali vengono prodotti senza nessuna aggiunta di solfiti, ma possiamo considerare naturali anche vini che abbiano quantitativi ridotti di solfiti aggiunti, che non dovrebbero superare i 30 mg per litro. Cercate questa indicazione sull'etichetta della bottiglia che deciderete di comprare. I vini naturali sono anche biodinamici?
VINO: BIOLOGICO, NATURALE O BIODINAMICO
"Un vino naturale non è per forza biodinamico, sono due cose diverse" chiarisce Giovanna Morganti. "Sia io che Stefano siamo biodinamici, ma per noi essere biodinamici non dev'essere letto come un marchio di appartenenza o come una mera definizione. Dietro le nostre scelte c'è una filosofia, c'è un modo di osservare la natura, sposandola con un modo speciale di guardare alla tradizione agricola. Del biodinamico sono le energie sottili che mi interessano, l'idea di forme primordiali che popolino la terra".
Nella biodinamica, una fattoria è considerata un vero e proprio organismo in grado di autosostentarsi senza uso della chimica da laboratorio. Gli agricoltori biodinamici usano spray omeopatici, preparazioni di letame fermentato ed erbe per armonizzare e vitalizzare le vigne e i calendari vengono utilizzati per seguire i cicli della luna e dei pianeti. Ci sono giorni da frutta, radici, foglie o fiori, e ognuno di questi giorni è più adatto a raccogliere, potare o altre azioni. Il vino naturale è dunque sicuramente biologico, ma non necessariamente biodinamico.
I vini biologici vengono detti biologici, solo quando le uve prodotte in vigneto sono biologiche, coltivate senza l'aiuto di sostanze chimiche di sintesi (concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi in genere) e senza l’impiego di organismi geneticamente modificati. La differenza con il vino naturale sta nel limite di solfiti; il regolamento approvato ha posto i limiti di solforosa totale per i vini biologici rossi secchi a massimo 100 mg/l, mentre per i bianchi secchi sarà massimo di 150 mg/l.
Essere biodinamici è dunque un scelta, che comporta una visione della vigna che affonda le radici nell'antroposofia e nelle teorie di Rudolf Steiner. Rendere i propri vini naturali è sicuramente un buon inizio, perché significa andare controcorrente, riappropriandosi della terra e imparando a maneggiarla con cura, trovando in ogni acino un inizio e una sfida da portare avanti con rispetto e costanza.
Per maggiori informazioni, Le Boncie di Giovanna Morganti e Stefano Amerighi, Vignaiolo in Cortona.