Dietro una facciata discreta si cela Corte Sconta, dove la cucina veneziana si libera da ogni cliché per rivelarsi nella sua vera essenza. L’atmosfera nel locale sussurra storie di Venezia – pareti in mattoni antichi, dettagli semplici in legno chiaro, un patio ombreggiato da viti quando la stagione lo permette. La luce entra fioca nelle sale, sottolineando l’intima semplicità di un ambiente che invita alla concentrazione sulla tavola, più che sull’apparenza.
Ogni dettaglio sembra misurato, nulla è lasciato al caso, ma l’intento non è mai quello di stupire: piuttosto, si percepisce una cura silenziosa, che mette al centro i prodotti e la loro stagionalità. In cucina, Giuseppe Ferdico preferisce sottrarre piuttosto che aggiungere, consapevole che un ingrediente fresco, cucinato con rispetto, non ha bisogno di orpelli. La sua filosofia si riflette in piatti che non fanno rumore, ma che lentamente conquistano con una delicatezza pensata, con gusto che viene prima di ogni virtuosismo tecnico.
Ci si trova spesso davanti a un antipasto di mare, magari un misto di pesci e crostacei appena marinati, dove i sentori salini dell’Adriatico si fanno appena percettibili, lasciando spazio alla dolcezza naturale della polpa. Nei primi piatti la tradizione affiora con le tagliatelle al nero di seppia: il profumo leggermente ferroso, la pasta ruvida che accoglie il condimento intenso, evocano le memorie della cucina casalinga veneziana. Il fritto di moeche, se disponibile, viene servito senza inutili sovrastrutture: la croccantezza sottile racchiude la morbidezza del piccolo granchio, in un gioco di contrasti che appartiene solo a chi ha assaggiato la laguna.
La presentazione rimane sobria e mai eccessivamente decorativa, con i piatti spesso lasciati “nudi”, esattamente come la cucina di Ferdico intende raccontare Venezia: senza filtri né abbellimenti superflui. In ogni portata si avverte una tensione verso l’equilibrio e l’autenticità, un lavoro puntuale sulle materie prime locali, selezionate per esaltare la ricchezza discreta della laguna piuttosto che per impressionare l’occhio.
Corte Sconta si rivolge così a chi cerca la verità dei sapori, in un contesto in cui nulla viene imposto e ogni dettaglio serve a raccontare una Venezia viva, concreta e silenziosamente raffinata.