Si avvicina sempre di più la finale regionale italiana della S.Pellegrino Young Chef Academy Competition 2024-25 e i dieci giovani talenti della gastronomia di casa nostra selezionati si stanno preparando al meglio, guidati dai loro mentor, per farsi trovare più che pronti al fatidico appuntamento di gennaio, che per uno di loro varrà l'accesso alla Grand Finale del concorso, dove la Grand Jury composta da alcuni dei nomi più rinomati della gastronomia mondiale incoronerà il nuovo S.Pellegrino Young Chef.
I giovani chef che hanno raggiunto la finale regionale si sfideranno davanti a una giuria composta da Davide Di Fabio, Karime Lopez, Matteo Metullio, Giancarlo Perbellini e Isabella Potì.
Proprio in occasione della finale regionale, però, anche tutti i lettori di Fine Dining Lovers avranno la possibilità di votare e premiare il loro talento preferito per assegnare il Fine Dining Lovers Food for Thought Award, che verrà consegnato proprio al finalista che avrà collezionato più voti. Clicca il link qui sotto, guarda da vicino i piatti dei finalisti e fatti conquistare dalla loro idea di cucina: hai tempo fino al 4 dicembre per esprimere la tua preferenza.
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Ma chi sono i 10 finalisti italiani della S.Pellegrino Young Chef Academy Competition 2024-25? Te lo diciamo noi: qui sotto trovi una piccola "carta d'identità" per ognuno di loro e un video collettivo nel quale li abbiamo intervistati cercando di scoprire qualche curiosità in più sul loro conto.
Cosa aspetti? Conoscili meglio anche tu!
S.Pellegrino Young Chef Academy Competition 2024-25: i finalisti italiani
Elisa Frutti – chef de partie Forme Restaurant (Brescia)
Chef de partie del Ristorante Forme di Brescia, Elisa ha 27 anni ed è di Trescore Balneario (Bg). Nel suo curriculum vanta, tra le altre, anche un'esperienza al Mudec di Enrico Bartolini a Milano. Si presenta alla Competition con il signature dish (R)evolution, che spiega essere nato così: "Crescendo in provincia di Bergamo con le mie nonne, nate e cresciute durante la guerra, ho imparato la loro filosofia per cui il macellaio non butta via niente di un animale. Un pensiero che mi ha fatto riflettere su quanti modi diversi ci siano per sfruttare appieno tutto ciò che una materia prima può offrirci. Per questo ho scelto di utilizzare un coniglio nella sua interezza e di sviluppare il piatto partendo dall'utilizzo di qualche chilo di carote, riuscendo così a non avere sprechi".
Lorenzo Manosperti – sous-chef L’Orangerie c/o Le due matote relais (Bossolasco, Cuneo)
Milanese di 28 anni, vanta esperienze lavorative in due cucine di prestigio come quelle di Sine e The Sanctuary. Attualmente ricopre il ruolo di sous-chef L’Orangerie c/o Le due matote relais (Bossolasco, Cuneo). Il suo piatto Lamb & conifers "mette in mostra la biodiversità dell'Alta Langa utilizzando ogni parte dell'agnello, sottolineando il concetto di sostenibilità. Combinando tradizione e innovazione, trae ispirazione dalle storiche ricette locali. Questo piatto riflette un profondo legame con la terra, onorando il patrimonio culinario della regione e presentandolo in modo moderno e creativo".
Alessio Magistro - sous-chef Identità Golose (Milano)
A soli 25 anni il sous-chef messinese di Identità Golose (Milano) ha già nel suo curriculum anche una permanenza nella cucina di Villa Crespi (due stelle Michelin) a Orta San Giulio. Il suo signature dish Ossi di seppia "trae ispirazione dall'opera di Montale dove le ossa, vaganti tra le onde e apparentemente prive di valore, simboleggiano una condizione esistenziale misera ma significativa. Come le piccole cose della vita quotidiana, nascondono un valore intrinseco e una bellezza unica. Utilizzando tutte le parti della seppia, anche quelle solitamente considerate di scarto, voglio mostrare la loro importanza e trasmettere il significato della cucina circolare per ridurre gli sprechi e valorizzare ogni ingrediente".
Marco Pezzaioli – sous-chef Capriccio (Manerba del Garda)
Trentenne di Montichiari, Pezzaioli ha girato in lungo e in largo l'Italia per poi approdare come sous-chef al Capriccio, una stella Michelin. Sweetbr3d, il piatto che porta in Competition, è il frutto di un viaggio che "inizia con l'animella, un amato piatto tradizionale della mia terra, spesso utilizzato nella mia esperienza professionale. La zucca in carpione viene preparata come il pesce del lago di Garda. Lo scampo viene sfruttato nella sua interezza, in quanto la testa viene riempita da un'arancina e affiancata da una bevanda a base di latte di cocco che ne esalta la mineralità.
Ho progettato questo set compostabile stampato in 3D, che evoca l'animella con la sua consistenza, per sensibilizzare al consumo della materia prima".
Josefina Zojza - chef de partie Locale Firenze (Firenze)
La chef de partie di Locale Firenze, 26 anni, con la sua Trota Puccini sa bene cosa vuole comunicare: "Il concetto di territorio è una cosa importante quando penso di creare un piatto. Devo molto alla Toscana, quindi ho scelto la trota del Casentino. Stiamo parlando di un esemplare unico allevato a Stia, in provincia di Arezzo, dove Troticoltura Puccini mi ha permesso di sperimentare in prima persona uno dei prodotti più interessanti trovati finora. Un pesce che mi ha colpito a tal punto da volerlo omaggiare in tutte le sue sfaccettature, utilizzandone ogni parte in nome della sostenibilità e della riduzione degli sprechi".
Edoardo Tizzanini - sous-chef Da Vittorio (Brusaporto, Bergamo)
Da Firenze alla corte dei Cerea, il sous-chef di Da Vittorio a Brusaporto vanta a 29 anni esperienze in tre capisaldo della gastronomia spagnola come El celler de can roca, Disfrutar e Lasarte. Alla Competition si presenta con il signature dish An artichoke heart, "il risultato di un processo creativo che dà nuova vita a frammenti di vetro scartati, ricomposti in una sinfonia di forme e colori trasparenti. Il carciofo diventa protagonista, accompagnato da elementi carnosi che ne esaltano l'intensità senza sovrastarlo. Qui la carne accompagna la verdura, non il contrario. Una visione a spreco zero, che vale tanto per i materiali quanto per il cibo. La ferrosità del cuore accompagnata dalla mousse di burro completano l'onestà e la freschezza del carciofo".
Eros Castrogiovanni – sous-chef Marè (Cesenatico)
Il trentenne di Enna, sous-chef di Marè a Cesenatico, ha un sogno: aprire un ristorante fine dining che metta al centro i prodotti della sua terra. Alla finale regionale porta Cipolla alla Royale e con questo piatto vorrebbe espirmere "il concetto che la sostituzione delle proteine animali con quelle vegetali permette al piatto di avere un gusto uguale, riducendo così l'impatto ambientale, essendo anche rispettoso dell'ambiente. Spero, in questo modo, di riuscire ad avvicinarmi a tutte le intolleranze alimentari e alle patologie che non sempre permettono all'ospite di sentirsi libero e coinvolto nella scelta libera e variegata di più piatti”.
Gabriel Collazzo – sous-chef VeRo Venetian Roots c/o Hotel Ca’ di Dio (Venezia)
Il giovanissimo sous-chef di VeRo Venetian Roots all'Hotel Ca’ di Dio di Venezia ha solo 25 anni ma un curriculum che racconta di esperienze in vari ristoranti stellati italiani e anche di un passaggio in Francia. Con il suo signature dish Ris voyageur ha voluto “trovare un punto di collegamento tra la mia cucina e i luoghi in cui ho imparato e trovato la mia passione, per lo più francesi, giapponesi e italiani. Sono curioso per natura e amo creare associazioni con qualsiasi cosa, collegare ingredienti che non dovrebbero stare insieme è magico per me. Adoro il contrasto mare-terra, nuotare nel mare è come un pulsante di reset per me, ne ho un grande amore. Sono completamente legato alla terra, sono grato per ogni prodotto con cui ho la possibilità di lavorare”.
Silvia Rozas – chef de cuisine Bacán (Venezia)
Nata a Bilbao nel 1995, sceglie per amore la città per antonomasia degli innamorati, Venezia, dove nel 2023 apre insieme al fidanzato Bacán seguito nel 2024 da Salso all'Isola della Certosa. Il suo signature dish è Alien meets native e lei lo spiega così: "Cosa rende una specie locale, indigena, aliena, invasiva, naturalizzata o importata in una specifica ecologia? Come fanno le specie, compresi gli esseri umani, a radicarsi in luoghi di cui non sono originari? Rifletto su una specie invasiva, il granchio blu che sovrappopola la laguna. Ricordando la storia coloniale che ha portato il mais dalle Americhe, ho riflettuto sul significato di naturalizzazione nelle ecologie locali. Completo utilizzando piante spontanee che si riconnettono alla marea di Venezia, le alofite".
Simone Buggiani - sous chef Azotea (Torino)
Piemontese born and raise, il sous-chef ventiseienne di Azotea a Torino si presenta alla finale regionale con Capretto in tre tempi. “Ho scelto il capretto, perché oltre a piacermi molto, è stato il primo animale che ho cucinato nella mia prima esperienza lavorativa, lo facevamo in umido con le patate senza alcuna conoscenza dei vari tagli di carne, veniva tagliato a pezzi e cotto in pentola. Con questo piatto vorrei incoraggiare tanti giovani come me che vengono da esperienze come la mia, che con lo studio e la perseveranza si scoprono altri modi di presentare un taglio o un animale in generale”.