4 ristoranti coreani a Roma per gustare bibimbap e non solo
Foto Unsplash
4 ristoranti coreani a Roma per gustare bibimbap e non solo
Trovare ristoranti coreani a Roma non è cosa semplice, pochi ma validi baluardi di una cucina tra le più interessanti e goderecce al mondo a pochi passi dalle meraviglie della Capitale.
Abbiamo imparato a impazzire per il bibimbap. Abbiamo anche provato a fare il kimchi a casa, con tempo, pazienza e amore. Grazie a Chef’s Table abbiamo conosciuto la cucina coreana buddhista della monaca Jeong Kwan. Sappiamo tutti che il pollo fritto coreano è un qualcosa da cui poi difficilmente si riesce a stare alla larga.
E poi il BBQ coreano, le zuppe, gli involtini: un mix di sapori, colori e profumi, quelli coreani, che tutti almeno una volta nella vita devono provare. E quando li provano non smettono più di ordinare piatti coreani. Sempre alla ricerca di quei gusti intensi, tra fermentati e spezie e carne.
Se siete dunque nella capitale e avete voglia di gustare questi sapori, ecco quattro indirizzi di ristoranti coreani a Roma da non perdere assolutamente.
Galbi Roma
Tra gli indirizzi di ristoranti coreani a Roma, il primo posto se lo prende senza alcun dubbio Galbi. Un ristorante etnico nella più moderna delle accezioni. Il focus qui è il famoso BBQ coreano, fatto rigorosamente e interamente con legno di quercia. Ma non solo: in una cornice minimal, la cucina coreana di Galbi è un’introduzione ai piatti di quella cucina così geograficamente lontana. Gusti semplici, lo è anche il kimchi e le altre verdure fermentate (che non possono mancare), ma soprattutto lo sono i due piccoli menu degustazione di carne (28 euro) e di pesce (38 euro) in cui, con poche portate estremamente soddisfacenti, potete iniziarvi al mondo della cucina coreana. Il nome, Galbi, si rifà a una tecnica di preparazione delle spuntature di maiale marinate e cotte quindi alla brace. Ma non ci si può perdere i panini al vapore ripieni di maiale e verza in salsa piccante così come le verdure al curry coreano e, nella sezione primi gli Udon con gamberi e calamari. I vini sono naturali, i cocktail sono gradevoli e la formula Bentō Box a pranzo è una garanzia, soprattutto nelle zona di Piazza Fiume, dove molti sono gli uffici e molti i negozi.
Bi Won
Profumato, invitante, a due passi dalla stazione Termini, nel cuore dei ristoranti etnici romani dove già da quando varchi la porta sai che non te ne pentirai. I ragazzi di Bi Won, locale dall’aspetto piuttosto spartano, sono cortesi e attenti e le porzioni decisamente generose. Qui è obbligo mangiare il bibimbap, una grande ciotola piena di riso basmati condito con manzo saltato, arachidi tritate e olio di sesamo. Ma anche il bulgogi, carne preparata direttamente al tavolo con cipolle e salsa di soia, che va mangiata arrotolata con dell’insalata. Il costo medio a persona è di 25 euro, un rapporto qualità prezzo più che sufficiente per annoverarlo tra i migliori ristoranti coreani di Roma. La musica KPop poi, rende il tutto più divertente.
I Gio
Nel cuore di Trastevere, rione di trattorie romanesche, cocktail bar fancy e bar popolari, c’è una piccola oasi coreana. Con una doppia sala, una interna e una esterna, I Gio è tra i migiori locali dove gustare ottima cucina coreana, ma anche tra quelli dove si sta meglio. Dal 2004 allieta i palati amanti dell’etnico romani con i suoi i piatti di bacon e cipolla serviti su una piastra rovente al tavolo, la pizza alla coreana con frutti di mare e cipollotti e, probabilmente, i migliori ravioli al vapore coreani della città (anche in versione in brodo). Carne, verdura, pesce: potete scegliere tanto un Gochu Japchae (germogli di soia con peperoncino e manzo) quanto il Dak Twigim, il famoso pollo fritto. Ma eccellenti sono anche il galbi, la zuppa di soia e tofu per chi preferisce il vegetale e, naturalmente, il kimchi, il condimento a base di cavolo cinese fermentato con peperoncino, aglio e salsa di pesce. Un posto tranquillo, valido, per godervi i maniera piuttosto autentica la cucina tipica della Sud Corea.
Gainn
Anche Gainn si trova a pochi passi dalla stazione centrale di Termini; la sala è curata e in ordine, ma quello che più colpisce da Gainn, sinonimo di bontà e autenticità, è il fatto di trovare seduti al tavolo molti coreani. Stefano e Valentina, i proprietari sono gentili e precisi, ma le regole sembrano uscite da un mondo sconosciuto: si cena presto, nessun doppio turno e alle 22 chiude la cucina. Gli ingredienti sono di buona qualità e vengono rispettati e esaltati dalle antiche tecniche culinarie coreane. Piacevoli i Tukpokki, gli gnocchi di riso con pesce e peperoncino, il pollo fritto con cipollotti freschi e strepitoso il kimchi accompagnato da montagne di riso bianco. Anche le bevande non sono scontate: dalla birra coreana passando per la tipica grappa di riso e il tradizionalissimo tè verde. Un piccolo angolo di Seul incastonato dentro Roma.