Entrando in Arte e Gusto si percepisce subito una cura misurata per i dettagli: elementi di design contemporaneo si alternano a un’ambiente raccolto, dove il minimalismo trova spazio tra tonalità calde e materiali naturali. Luci soffuse si riflettono su superfici curate, creando un’atmosfera intima che favorisce la concentrazione sui sapori. Il lavoro di Carmine Farina emerge già dall’ambiente: qui, ogni scelta sembra rimandare alla stessa essenzialità che compone poi la materia del piatto.
Lo chef non rincorre derive spettacolari, ma costruisce la sua proposta gastronomica su un equilibrio senza forzature. La selezione degli ingredienti è rigorosa, con una predilezione per prodotti locali e stagionali che si ritrovano nei contrasti di gusto e nelle consistenze calibrate. La cucina di Arte e Gusto riflette una sensibilità attenta all’autenticità, evitando accenti eccessivi e privilegiando piuttosto la purezza del sapore. Ne derivano piatti in cui le note naturali degli ingredienti risaltano senza mascheramenti: ogni portata gioca su una precisione di fondo che non lascia spazio al superfluo.
Raramente si incontrano piatti che sovrappongono sapori in modo aggressivo; la cifra stilistica di Farina si manifesta nel dialogo armonioso tra le componenti di ogni preparazione. Così, la freschezza degli ortaggi di stagione, l’aromaticità delle erbe e la delicatezza delle proteine si dispongono ordinatamente nel piatto, con una presentazione che privilegia la chiarezza visiva e una certa raffinatezza nei tocchi cromatici. Anche la texture gioca un ruolo fondamentale: ogni boccone alterna morbidezze e croccantezze, spingendo il palato a riconoscere la coerenza di un disegno che evita gli estremi.
La cucina non insegue mode passeggere né effetti scenici, ma si concentra su un racconto sobrio, frutto di una ricerca costante e di una filosofia che lo stesso Farina descriverebbe come rispetto rigoroso della materia prima unito al desiderio di conservare identità e memoria. Questa linea coerente ha valso ad Arte e Gusto il riconoscimento di una forchetta Gambero Rosso, ma è soprattutto nell’esperienza sensoriale tra sala e piatti che si coglie il senso di una proposta realmente misurata e autentica.
