Varcando la soglia di Taberna Romani, l’atmosfera racconta subito qualcosa di concreto: la luce morbida accarezza elementi d’arredo che coniugano la tradizione altoatesina a un gusto misurato per l’eleganza contemporanea, fra tavoli in legno caldo, dettagli artigianali e una sala che invita al raccoglimento più che alla formalità. Qui la sensazione è quella di essere accolti in un luogo dove la storia del territorio si intreccia con una visione gastronomica attenta e selettiva.
La cucina, guidata da Armin Pernstich, parla attraverso accostamenti pensati e una scelta rigorosa delle materie prime, molte delle quali provengono dalle campagne circostanti e dai produttori locali. Gli aromi che emergono dalla cucina evocano stagioni precise, trasportando il commensale attraverso campi di erbe selvatiche, vigneti e orti di montagna – elementi che si ritrovano nella costruzione del menu, dove ogni ingrediente viene impiegato per rivelare una sfaccettatura diversa della zona.
Non c’è ostentazione nei piatti che arrivano in tavola: la presentazione appare misurata, spesso giocata su un’essenzialità che mette in risalto consistenze e colori senza effetti superflui. Un equilibrio sottile, frutto della filosofia di Pernstich, che preferisce restituire la verità dei prodotti piuttosto che celarla dietro tecnicismi. La stagionalità detta i ritmi di una proposta gastronomica che non insegue la fama, ma si concentra sulla profondità delle radici locali e sulla coerenza delle scelte.
Il racconto culinario di Taberna Romani è costruito su gesti consapevoli e una costante ricerca, che si percepisce tanto nel profumo di pane appena sfornato quanto nella selezione di vini che sanno parlare il linguaggio del territorio. In questo contesto, la cucina diventa un’esperienza da vivere con tutti i sensi, tra profumi intensi, sapori puliti e un silenzioso rispetto per il patrimonio enogastronomico sudtirolese.
Senza clamori, Taberna Romani si affida all’autenticità e a un sapere trasmesso con cura, posizionandosi come una tappa per chi desidera scoprire l’essenza gastronomica dell’Alto Adige in una veste contemporanea, mai scontata.