Varcare la soglia di Vicari è come immergersi in un racconto gastronomico intessuto di rigore e autenticità. Gli interni del ristorante riflettono una sobria eleganza: linee pulite, muri in pietra viva che riportano alla mente la storia e la materia di Noto, tavoli dal tono essenziale ma curato, ampie finestre che diffondono una luce naturale senza mai forzare la scena. L’atmosfera è raccolta, accogliente senza essere artefatta, e ogni elemento sembra essere stato pensato per lasciare spazio assoluto alla protagonista: la cucina.
La mano di Salvatore Vicari si riconosce in un approccio che mette in primo piano la materia prima. I sapori arrivano al palato netti e francamente riconoscibili; chi siede a questa tavola percepisce immediatamente la volontà di restituire l’identità degli ingredienti, senza mascherarli dietro eccessi di tecnica. In ogni piatto, la Sicilia si fa presente più come tensione verso l’essenziale che come ostentazione folcloristica: erbe dell’orto, pesci locali, ortaggi dai colori vivaci attraversano il menu, inserendosi in preparazioni che privilegiano la precisione a ogni forzatura.
L’approccio di Vicari si traduce anche nell’assenza di una firma prepotente sui piatti: qui vince la coerenza piuttosto che la sorpresa fine a se stessa. Non si rincorrono mode passeggere o sovrastrutture decorative; la tavola racconta una visione gastronomica fatta di selezione, ascolto del territorio e studio delle stagionalità. La presentazione dei piatti segue la stessa filosofia, priva di artifizi inutili: colori naturali, geometrie essenziali, porzioni che invitano alla riflessione tanto quanto al piacere.
Questo stile è frutto di una consapevolezza maturata nel tempo. Salvatore Vicari descriverebbe la propria cucina come una ricerca di equilibrio tra memoria e attualità, dove la lezione della tradizione si riversa in preparazioni sobrie ma attente. È una grammatica rigorosa, costruita su gesti misurati che lasciano ai sapori la responsabilità della narrazione.
Il riconoscimento delle due forchette del Gambero Rosso suggella un percorso distintivo, premiando una dedizione concreta piuttosto che la ricerca di titoli altisonanti. Scegliere Vicari significa affidarsi a chi ha fatto dell’autenticità e della continuità la propria cifra più personale.
