Quali sono le origini del modo di dire "farsi infinocchiare"?
Quando si comincia ad interrogarsi sui modi di dire sul cibo non si finisce più. Dopo aver scoperto da dove nasce giovedì gnocchi e fare la scarpetta ci siamo chiesti: "Farsi infinocchiare" da dove deriverà?
Farsi imbrogliare, rigirare come un calzino, farsi raggirare, questo è il significato di questo modo di dire le cui origini paiono risalire addirittura all'epoca medievale.
Nel periodo più scuro della storia, a cavallo tra antico e moderno, tra la caduta dell'Impero Romano e la scoperta delle Americhe, i comportamenti poco ortodossi erano diffusi a tutti i livelli sociali. E proprio da uno di questi deriva il modo di dire infinocchiare e farsi infinocchiare.
Mai provato la pasta al pesto di finocchi e nocciole?
Le proprietà dei finocchi sono note: aiuta la digestione, previene la formazione di gas, è ricco di antiossidanti e mille altre fantastiche doti. Una tra queste è la capacità del finocchio di ingannare il palato ovvero intervenire sulla reale percezione del gusto di ciò che si mangia o beve subito dopo.
Nel Medioevo questa caratteristica veniva sfruttata da parte dei ristoratori toscani, così dicono le nostre fonti, che aggiungevano finocchio selvatico alla carne non più fresca, per coprirne il sapore sgradevole. Gli osti veneti, così come i viticoltori romani a quanto pare, servivano semi di finocchio prima di far assaggiare i loro vini. I semi, dal sapore molto aromatico, arricchivano di gusto anche il peggior vino.
Rivelando il segreto del modo di dire farsi infinocchiare, abbiamo imparato due cose. Non usare mai più i finocchi tra le cruditè dell'antipasto e farsi amici veri il ristoratore, l'oste o il viticoltore abituali.
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