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Carne grass fed: cosa significa e perché è sempre più richiesta

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Da
Fine Dining Lovers
Redattore

La carne grass fed racconta un approccio sostenibile e distintivo. Scopri come riconoscerla, perché è diversa e come valorizzarla in cucina.

Negli ultimi anni la carne grass fed è diventata un tema centrale nel dibattito gastronomico e alimentare. Sempre più spesso compare nei menu dei ristoranti, nei banchi delle macellerie di qualità e nelle conversazioni tra consumatori attenti alla provenienza del cibo. 

Il termine, di origine anglosassone, indica un metodo di allevamento e alimentazione che affonda le radici nella tradizione rurale e che oggi viene riscoperto come alternativa sostenibile e distintiva. Ma cosa significa davvero grass fed, quali sono le differenze rispetto alla carne convenzionale e perché conviene sceglierla in cucina?

Cosa significa “grass fed” e come riconoscerlo

Letteralmente, grass fed significa “nutrito ad erba”. La definizione si applica agli animali allevati principalmente al pascolo, che si nutrono di erba fresca e fieno, anziché di mangimi industriali a base di cereali o soia. Questo approccio non riguarda soltanto i bovini: anche ovini, caprini e, in alcuni contesti, persino suini e pollame possono essere allevati con questo sistema.

Riconoscere la carne rossa grass fed non è sempre immediato. In molti paesi esistono certificazioni e marchi che attestano l’alimentazione al pascolo. L’aspetto della carne può dare qualche indizio: il grasso tende a essere più giallo, per via della maggiore presenza di carotenoidi, e la fibra muscolare risulta più compatta e scura. Anche i derivati, come il burro grass fed, si distinguono per colore e profumo più intensi.

Le differenze tra carne grass fed e convenzionale

La differenza principale tra carne grass fedconvenzionale riguarda l’alimentazione degli animali, ma le conseguenze si riflettono su numerosi aspetti.

  • Valori nutrizionali: la carne grass fed contiene generalmente più acidi grassi omega-3, vitamine liposolubili (A, E, K) e antiossidanti naturali come il betacarotene. Al contrario, la carne da allevamento intensivo ha spesso un rapporto omega-6/omega-3 sbilanciato.
  • Profilo sensoriale: il sapore della carne grass fed è più marcato e “selvatico”, con note erbacee e minerali che riflettono il pascolo naturale. La carne convenzionale, nutrita a cereali, tende invece a essere più neutra e burrosa.
  • Aspetto visivo: come accennato, il grasso giallo e la maggiore compattezza sono segni distintivi. Nelle bistecche grass fed la marezzatura può essere meno evidente, ma la carne risulta comunque succosa se cucinata correttamente.

Queste differenze si ritrovano anche nei vari tipi di carne: dal manzo grass fed per le grigliate alle carni ovine, particolarmente pregiate in alcune regioni d’Europa, fino al pollame allevato all’aperto, che mostra una consistenza più soda e un gusto intenso.

Perché scegliere carne grass fed: gusto e sostenibilità

La crescente richiesta di carne grass fed non dipende solo dal gusto, ma anche da motivazioni etiche e ambientali.

Dal punto di vista gastronomico, chef e appassionati apprezzano la complessità aromatica e la naturalezza di questo prodotto. Le carni grass fed offrono esperienze sensoriali uniche: una bistecca alla griglia sprigiona profumi di erbe e fieno, un arrosto conserva un equilibrio tra succulenza e sapidità che difficilmente si trova in prodotti convenzionali.

Dal punto di vista della sostenibilità, l’allevamento al pascolo riduce l’uso di mangimi coltivati intensivamente e valorizza terreni che spesso non sarebbero adatti ad altre colture. Inoltre, permette un maggiore benessere animale, con cicli di crescita più naturali. Alcuni studi evidenziano anche come sistemi di pascolo ben gestiti possano contribuire alla rigenerazione del suolo e al sequestro di carbonio.

La scelta della carne grass fed diventa quindi non solo un gesto di gusto, ma anche una dichiarazione di attenzione verso l’ambiente e l’etica alimentare.

Come cucinare al meglio la carne grass fed

Cucinare la carne grass fed richiede qualche accorgimento, perché la sua struttura e la minore presenza di grasso intramuscolare la rendono diversa rispetto alla carne convenzionale.

  • Cotture brevi e intense: per bistecche e tagli alla griglia, meglio usare alte temperature per pochi minuti, in modo da sigillare i succhi e mantenere la carne morbida.
  • Marinature leggere: l’uso di erbe aromatiche, vino o agrumi aiuta ad ammorbidire la fibra senza coprire il sapore naturale.
  • Cotture lente per i tagli meno nobili: brasati e stufati valorizzano la consistenza della carne grass fed, esaltandone le note aromatiche.
  • Uso del burro grass fed: nelle salse o per mantecare, aggiunge rotondità e arricchisce il piatto di sfumature lattiche.

Ogni tipo di carne – dal manzo al pollo, dall’agnello al vitello – trae vantaggio da tecniche di cottura calibrate. L’importante è rispettare la materia prima, evitando di trattarla come la carne convenzionale: il suo valore sta proprio nella specificità e nel legame con il pascolo.

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