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Regali di Natale 2025 per foodie: la guida definitiva per non sbagliare con chi sa tutto di cibo

C’è chi dice che le cene al ristorante sono finite e che gli italiani ormai cenano solo a casa. Ma c’è anche chi dice che si cucina sempre meno e che, soprattutto i giovanissimi, tendono a togliere dalla confezione più che infornare, mescolare e impastare. 

Poi c’è il Natale che, per ora, mette ancora tutti d’accordo. Quindi, quali sono i regali di Natale giusti da fare agli appassionati di cibo? Le offerte spaziano da utensili ai più classici panettoni, da libri che non sono più solo di ricette a oggetti di design che rendono utile e più sofisticata la cucina. 

I nuovi dati di Klarna, la banca digitale globale e leader nei pagamenti flessibili, dicono che negli ultimi mesi, la cucina è tornata al centro della vita domestica italiana e registrano una crescita impressionante nelle vendite di utensili e accessori tra gennaio e settembre 2025 rispetto all’anno precedente. Una vera nostalgic kitchen, dove estetica rétro, comfort e gesti si intrecciano.

Il trend più evidente riguarda il comfort baking: teglie +348%, muffin tin +318%, stampi per pane +123% e stampi per torte +112%. Crescono anche gli accessori da pasticceria come cake stand (+70%) e carta forno (+335%), segno che gli italiani stanno riscoprendo il gusto di impastare e infornare.

La manualità si riflette anche nello slow living: mattarelli +257%, cucchiai in legno +67%, set di cucchiai +103%, taglieri in legno +75% e grembiuli +181%. Un immaginario che richiama le cucine di una volta e conquista anche le generazioni più giovani.

Accanto alla nostalgia, però, c’è spazio per una cucina 2.0, dove design e self-expression diventano centrali. Le vendite di barattoli in vetro (+73%), contenitori (+89%), bilance (+73%) e dei sempre più iconici elettrodomestici Smeg (+228%) mostrano quanto estetica e funzionalità procedano ormai insieme.

Ma al di là dei dati, cosa si mette sotto l’albero per un foodie? Ecco qui un po’ di idee, alcune più scontate e altre pazzerelle, per fare il giusto regalo di Natale a chi il cibo lo ama davvero

Cracco in Galleria

Cracco come non lo avete mai visto, nel suo ultimo libro Cracco in Galleria

Libri di cucina che sono oggetti di culto

Negli ultimi anni i libri di cucina hanno smesso di essere semplici raccolte di ricette. Oggi sono oggetti da esporre, volumi da coffee table che arredano il soggiorno come pezzi di design e al tempo stesso strumenti di approfondimento gastronomico. Non solo si leggono e si sfogliano, diventano testimonianze di una cucina che vuole essere pensiero, estetica e racconto. Una forma nuova di collezionismo culinario che parla ai foodies più appassionati.

Un esempio? Franco Pepe: Pizza Chef, un libro che racconta la visione di uno dei pizzaioli più influenti al mondo. Pubblicato in quattro lingue, nasce dalla collaborazione con l’antropologa e giornalista Elisia Menduni e con i fotografi Adam Bricker e Brian McGinn, già autori di Chef’s Table: Pizza. Sei capitoli, oltre 150 fotografie e una narrazione che ricostruisce la storia, le idee e le creazioni simbolo di Pepe, da La Ritrovata alla Crisommola del Vesuvio, fino alla celebre Margherita Sbagliata. Un volume che cristallizza la pizza come linguaggio culturale, gesto artigianale e forma contemporanea di storytelling gastronomico.

Un’altra idea regalo è Cracco in Galleria, un libro che ridefinisce i confini del libro di ricette trasformandosi in un’opera d’arte da collezione. Ideato da Carlo Cracco e Luca Sacchi, immaginato insieme a Maurizio Cattelan, Pierpaolo Ferrari, Alberto Zanetti e Sebastiano Mastroeni, scritto da Gabriele Zanatta, il volume unisce fotografia, arte contemporanea e alta cucina con il consueto spirito irriverente di TOILETPAPER. Strutturato come un viaggio attraverso gli spazi del mondo Cracco in Galleria, dal Cafè alla Sala Mengoni, dai piatti iconici del ristorante alla cantina sotterranea, il libro intreccia tecnica e visione artistica, mostrando non solo ricette e preparazioni ma soprattutto il pensiero che genera i piatti. È un oggetto prezioso, pensato per gli appassionati, per i giovani cuochi e per chi ama Milano nelle sue sfumature più artistiche.

Tisane

Wilden Herbals

Tisane: un pensiero elegante e… idratante

Diciamolo: bere è importante. Soprattutto a Natale, quando ci muoviamo tra pranzi pantagruelici, brindisi senza fine e tavole che sembrano non svuotarsi mai. E proprio perché l’idratazione è una questione seria regalare tisane è diventato un gesto elegante, utile e sorprendentemente contemporaneo.

Per il Natale 2025, Wilden Herbals presenta tre nuovi kit botanici pensati per accompagnare l’inverno secondo rituali diversi, dal relax al gioco, fino alla mixology naturale. La novità più tenera? Il primo kit dedicato ai bambini: una selezione illustrata e delicata che li avvicina al mondo delle piante attraverso gusto e narrazione.

Le proposte sono tre, tutte 100% bio e fedeli allo stile Wilden: design curato, ingredienti naturali e un modo moderno di raccontare l’erboristeria.

Kit Bimbo: due tisane leggere – Camomilla e Focus – accompagnate da un libro illustrato che introduce i più piccoli a fiabe e piante. Un invito a rallentare insieme.
Kit Winter Edition: Relax e Boost, due infusioni pensate per alternare calma ed energia, con un elegante strofinaccio illustrato che diventa mini-guida detox.
Kit Mocktail: tre miscele versatili – Hangover, Digestive e Reborn – pensate per chi ama sperimentare con mocktail botanici, completate da ricette e un misurino per giocare con gli equilibri.

Pensati per grandi e piccoli foodie che crescono, questi kit celebrano la varietà dei rituali invernali: la tazza bevuta davanti al camino, quella condivisa prima della buonanotte o quella che diventa base creativa per cocktail analcolici. Un modo semplice e contemporaneo per portare benessere e bellezza sotto l’albero.

Se non vi convince potete sempre ripiegare su una bottiglia di Selosse… che certamente idrata mente e palato. 

Borsa Frigo Ikea

Ikea

Un giro nel negozio di mobili svedesi

Missione polpette, ritorno con equipaggiamento da chef. Nessuno saprà mai spiegare come sia possibile: entri da IKEA per comprare un pacco di polpette scandinave e ne esci con uno scontrino lungo quanto il Cammino di Santiago. Quello francese, per capirci, da Saint-Jean-Pied-de-Port: circa 800 chilometri di tentazioni, proprio come il percorso tra le corsie gialloblù. Ma una cosa è certa: per chi ama cucinare, il colosso svedese è un labirinto pieno di idee regalo intelligenti e accessibili.

Tra le proposte più riuscite c’è KLOTPIL, una borsa frigo che è anche una borsa da picnic, pensata per chi vive tra viaggi, gite all’aria aperta e weekend improvvisati. Costa 19,95 euro e ha tutto quello che serve per organizzare un pranzo fuori casa con sorprendente ordine nordico: un vano dedicato a piatti e posate, due scomparti separati che mantengono cibi e bevande freschi e protetti, e un comparto isolato capace di conservare gli alimenti fino a quattro ore.

Leggera, compatta e dotata di una tracolla regolabile, è l’alleata perfetta per chi vuole portarsi dietro un pezzo di cucina anche lontano dai fornelli. Un regalo utile, democratico e pronto per accompagnare i foodies in ogni avventura.

Il panettone Amaro di Ciacco Lab

Panettoni artigianali: un diamante… che purtroppo non è per sempre

Un panettone non è per sempre, questo è certo. Ma resta uno dei diamanti più luminosi delle Feste, un piacere irrinunciabile che scompare alla velocità con cui si taglia la seconda fetta. Ed è forse questo il suo bello: un regalo che non dura, ma che si ricorda. Anche perché, dettaglio non trascurabile, una volta scartato e affettato, chi ha fatto il regalo beneficia immediatamente del regalo stesso. Un gesto di condivisione che si sposa perfettamente con lo spirito natalizio, insomma...

Il panettone artigianale rimane un’idea perfetta per chi ama il cibo e tutto ciò che ruota attorno alla cultura dei grandi lievitati. Nel 2025 la scelta è vastissima: si va dai classici milanesi alle versioni creative, dalle edizioni limitate alle capsule più sperimentali. Qualche nome?
Il Panettone Fichi, Miele e Vaniglia di Marchesi 1824 è una delle interpretazioni più raffinate del Natale, profumata e impeccabile nell’equilibrio. Da Tiri 1957, invece, la nuvola soffice lavorata in tre impasti e 72 ore di maturazione è un rito ormai irrinunciabile, soprattutto nella versione al caramello salato. Per chi ama osare, CiaccoLab firma un panettone allo zafferano e albicocca che profuma di creatività, così come Bonfissuto con il suo “Cyber Panettone” dalla texture cinetica.

E poi ci sono gli chef e i ristoranti di alto livello, che sempre più spesso propongono il loro grande lievitato di Natale, limited edition disegnate per i fan più devoti. Se il vostro foodie ha uno chef del cuore, regalargli il panettone del suo beniamino può trasformare un semplice dolce in un gesto affettivo potentissimo.

Un regalo che finisce, sì. Ma che resta nella memoria e nelle colazioni del giorno dopo. Forse.

Lezioni di cucina online

Acadèmia.tv

Corsi di cucina: il regalo perfetto per chi “sa già cucinare benissimo” (forse)

Tra i regali di Natale più furbi, i corsi di cucina occupano un posto speciale: sono quel dono diplomatico che si può fare anche a chi insiste di “sapere già cucinare benissimo”, pur avendo bruciacchiato l’ultimo ragù. E poi, diciamolo, l’idea di passare dall’altra parte del bancone e imparare dai grandi chef ha sempre un certo fascino, soprattutto per i foodies che amano collezionare tecniche, segreti e nuove ossessioni gastronomiche, non tanto per imparare realmente quanto più per vantare sapienza nelle conversazioni con amici e parenti. 

Tra le piattaforme più interessanti c’è Academia.tv, che nel 2025 ha compiuto un salto in avanti notevole. Oltre alle masterclass tenute da molti dei migliori chef italiani, quest’anno è arrivata anche la versione Pro, pensata per chi vuole spingersi oltre la curiosità e trasformare la passione in competenza reale. Il plus? Un assistente di intelligenza artificiale sempre a disposizione (niente spirito giudicante, almeno per ora) e incontri live con gli chef per risolvere dubbi, affinare tecniche e scoprire cosa succede davvero dietro ai piatti iconici.

Che si scelga un corso su lievitati, paste ripiene, cucina vegetale o dessert da competizione, regalare un’esperienza formativa significa mettere sotto l’albero un pezzo di approfondimento gastronomico. E, con un po’ di fortuna, significa anche garantirsi un commensale che cucinerà cose molto più interessanti al prossimo cenone.

L'ingresso del ristorante Abba

L'ingresso del ristorante Abba

Cene regalo: per chi ama mangiare bene (e per chi spera di essere invitato)

Regalare una cena è un gesto generoso, raffinato, attentissimo ai gusti del destinatario. Ma anche straordinariamente strategico. Perché diciamolo con onestà: regalare una cena per due crea automaticamente un “gentile obbligo morale” a portare con sé chi ha fatto il regalo. È la matematica dei rapporti umani applicata alla gastronomia. E funziona sempre.

Nel 2025 moltissimi ristoranti, stellati e non, hanno abbracciato la filosofia delle gift card. Menu degustazione, wine pairing, esperienze al tavolo dello chef, percorsi sensoriali: tutto si può regalare, tutto si può vivere più avanti, tutto si può trasformare in experience. È un tipo di dono che piace ai foodies perché promette emozione, bellezza e desiderio, ed è anche perfetto per chi vuole evitare l’ansia da “taglia-sbagliata” o da “oggetto che finisce in un cassetto”.

Dalle insegne stellate ai bistrot contemporanei, dalle trattorie del cuore alle mete gourmet che si sognano tutto l’anno, le food gift card sono il modo più semplice per mettere sotto l’albero un’esperienza e non un oggetto. E soprattutto per garantirsi, con un sorriso molto discreto, un posto a tavola in compagnia della persona a cui l'abbiamo regalata.

Un dono che si vive, si gusta, si ricorda. E che, con un po’ di fortuna, si divide.

caviale

Il “pacco da giù” in versione deluxe (da su, da destra, da sinistra e anche da oltreoceano)

Il cesto natalizio rimane uno dei regali più amati dai foodies: personalizzabile, sorprendente e, soprattutto, immediatamente godibile. Una sorta di pacco da giù, ma in versione contemporanea, dove la provenienza non è più solo geografica: può arrivare da su, da destra, da sinistra e pure dall’altra parte del mondo.

La regola d’oro? Conoscere il destinatario.
Se ama cucinare, via libera a farine speciali, conserve rare, oli, spezie e prodotti che diventano strumenti per creare. Se invece è un foodie contemplativo, più orientato al godimento immediato, allora caviale, salumi tipici, formaggi d’autore, vini naturali, dolci artigianali e chicche territoriali sono scelte impeccabili.

Il bello del cesto contemporaneo è che non deve essere monografico. Non è più obbligatorio restare fedeli al territorio d’origine, come nei classici pacchi da giù pieni di soli prodotti pugliesi o solo siciliani. Oggi si può comporre un cesto-puzzle: un riso vercellese accanto a un miso giapponese, un pecorino sardo insieme a un salame emiliano, una confettura francese vicino a un tè taiwanese. Mischiare è un’arte, e i foodies la apprezzano molto più della monotonia regionale.

Un solo avvertimento, importante quasi quanto la scelta del vino: evitare l’olio tartufato. La tentazione sarà forte, perché il nome suona irresistibile, ma sappiamo tutti (e il foodie lo sa meglio di voi) che di tartufo non ha nulla. Risparmiamoci questa figuraccia: il Natale è fatto per brillare, non per profumare di aroma artificiale.

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