Alle porte di Napoli, sotto la luce vibrante che attraversa gli ampi vetri del locale, si incontra un modo rinnovato di vivere la pizza. Varcando la soglia di 10 Diego Vitagliano, la prima impressione è quella di uno spazio moderno e arioso, dove il design minimalista viene bilanciato da dettagli caldi—legno chiaro, lampade dal taglio contemporaneo, pareti discrete che lasciano la scena ai profumi del forno e ai colori vivi dei piatti in uscita. L’atmosfera è informale, ma ogni elemento sembra aver trovato il proprio posto in un equilibrio studiato, in sintonia con la personalità dello chef.
La filosofia di Diego Vitagliano si riflette in ogni fase del lavoro: ricerca costante, attenzione ossessiva alla materia prima e culto del processo di lievitazione. L’impasto è l’asse portante dell’esperienza: soffice ma ben strutturato, con una fragranza che richiama il pane cotto a legna e un’alveolatura visibile alla prima fetta, espressione di una lievitazione lunga e calibrata. La base accoglie topping che rivelano un’identità decisa, come nella Margherita rivisitata, dove la freschezza della mozzarella di bufala si unisce a un pomodoro dal profilo ricco, leggermente dolce, impreziosito da un filo d’olio extravergine delicato. Le combinazioni di sapori, pur rispettando la tradizione, presentano innesti creativi mai eccessivi, in un equilibrio tra memoria e innovazione.
L’esperienza sensoriale prosegue con la cura riservata alla presentazione: le pizze arrivano al tavolo in composizioni essenziali e curate, con i colori delle verdure e delle erbe aromatiche a risaltare sul bianco poroso della base. Ogni morso trasmette la sapienza di una selezione minuziosa degli ingredienti, dal basilico appena colto ai latticini freschi. Il profumo del cornicione, la temperatura perfetta dell’impasto, le sfumature acide e dolci dei condimenti: tutti elementi che raccontano un approccio contemporaneo, ma consapevole delle radici partenopee.
Il risultato è una pizza immediatamente riconoscibile come opera di Vitagliano, solida nella coerenza e nella capacità di rinnovarsi senza mai perdere il legame con la propria identità. Il locale si conferma così una destinazione obbligata per chi desidera scoprire, attraverso i dettagli, l’evoluzione della pizza napoletana d’autore.