Varcando la soglia dell’Antica Filanda si percepisce un equilibrio sapiente tra la memoria delle antiche filande siciliane e una sobria interpretazione contemporanea, visibile nell’arredo dove soffitti alti, pietra viva e legno massiccio convivono con linee pure e colori pacati. L’atmosfera resta intima, quasi raccolta, con un leggero sottofondo di conversazioni e il profumo invitante che anticipa il carattere della cucina. La visione di Cristian Benvenuto si riflette già sulle tovaglie candide: per lui, la cifra stilistica si gioca sulla fedeltà alle radici messinesi, rilette alla luce di tecniche moderne che non ostentano mai inutili artifici.
Il dialogo fra ingredienti autoctoni e sperimentazione trova concretezza in ogni portata. Le verdure della costa tirrenica, rigogliose e freschissime, vengono semplicemente accostate o sottoposte a cotture lente che ne preservano colore e croccantezza. Gli agrumi tipici del territorio insinuano note vive nelle salse leggere, mentre il pescato del giorno regala consistenze delicate, dove ogni filetto si presenta lucido, carnoso, adagiato su puree vellutate dal colore intenso. Le porzioni sono studiate per lasciare spazio alla successione di sapori, mai scontati, sempre riconoscibili e sinceri.
La centralità della cucina siciliana emerge con chiarezza, senza ricorrere a cliché: il sentore di capperi e finocchietto selvatico si avverte appena, mai invasivo, e gli aromi della macchia mediterranea fanno da filo conduttore. L’innovazione si scioglie in dettagli accennati: una riduzione acida che gioca con la dolcezza di ortaggi arrostiti, un fondo leggero che abbraccia una proteina con rispetto, una guarnizione essenziale che esalta la materia senza mascherarla. L’occhio è rapito dalla composizione, studiata nei contrasti di colori e volumi.
La proposta gastronomica dell’Antica Filanda non si compiace mai della decorazione fine a se stessa: è una narrazione coerente che accompagna l’ospite tra le stagioni e i paesaggi della Sicilia settentrionale. Tra le mura spesse e la luce che filtra discreta, si avverte l’essenza di una cucina che vive della propria terra e la racconta, con sobrietà e rigore, trovando nel dettaglio il suo punto di forza.