Varcando la soglia di Casa Format, si percepisce subito un’atmosfera accogliente dove semplicità e ricerca convivono in equilibrio. Gli ambienti luminosi, scanditi da linee pulite e materiali naturali come legno e tessuti chiari, trasmettono un senso di calma senza eccessi, esaltando la centralità della tavola. Ogni dettaglio dell’arredamento si presta a valorizzare il momento del pasto, senza mai distrarre: la luce soffusa avvolge i tavoli ben distanziati, mentre elementi vegetali ricordano un legame profondo con la natura circostante.
In cucina, Igor Macchia segue una filosofia improntata al rispetto della materia prima e alla precisione tecnica. La proposta evolve costantemente seguendo il ritmo delle stagioni, con ingredienti selezionati che raccontano la ricchezza agricola del territorio piemontese. L’approccio è essenziale: non si cerca la sorpresa fine a sé stessa, ma piuttosto una limpidezza di gusto capace di valorizzare la singola componente di ogni piatto.
La presentazione dei piatti riflette questo equilibrio tra rigore e sensibilità creativa: le porzioni sono composte con cura, senza sovraccarichi decorativi, per lasciare spazio ai colori e alle texture naturali degli ingredienti. In ogni portata si percepisce una precisa intenzione di unire genuinità e tecnica, escludendo costruzioni eccessive e privilegiando accostamenti diretti ma raffinati.
L’influenza del territorio si ritrova anche nell’uso sapiente di prodotti locali, che vengono interpretati attraverso tecniche contemporanee pur rimanendo fedeli alle radici piemontesi. Il risultato sono sapori netti, definiti e mai ruffiani, che sanno conquistare senza clamore. Non emergono piatti icona universalmente riconosciuti; piuttosto, il menu racconta una ricerca costante che premia la trasparenza e la coerenza, riuscendo a parlare con autenticità anche ai commensali più esigenti.
Casa Format si distingue così per la capacità di offrire un'esperienza gastronomica centrata sulla qualità, su una cucina di identità solida e sguardo contemporaneo, senza mai scivolare nell’autocompiacimento. Un luogo dove la ricerca assume i contorni di una discreta ma costante tensione verso la purezza del gusto.