Nel cuore di una città viva e densa di storia, una porta azzurra introduce in un ambiente che mescola la semplicità delle case sarde a raffinati accenti contemporanei. Le pareti in calce, impreziosite da motivi discreti che richiamano le antiche tessiture isolane, dialogano con arredi dalle linee essenziali, illuminati da una luce naturale che sembra carezzare ogni dettaglio. Il profumo deciso di erbe selvatiche si diffonde già varcata la soglia, mentre dalla cucina emergono delicate note di pane tostato e di agrumi.
Is Femminas si presenta come un laboratorio di memoria gastronomica, in cui la mano esperta di Maria Carta rivela una visione ferma e personale: la tradizione è punto di partenza, mai gabbia stilistica. Ogni ingrediente è selezionato con meticolosa attenzione—dai legumi rustici ai tagli nobili di carne locale, fino agli ortaggi di stagione che colorano il menù con tonalità intense e naturali. La carta muta con i cicli della terra, offrendo un’esperienza che si rinnova seguendo i ritmi autentici dell’isola.
Nel piatto, la filosofia della chef si manifesta nella ricerca della purezza: le preparazioni escludono inutili ornamenti, lasciando spazio a consistenze nitide e a sapori riconoscibili che non temono la trasparenza. Il risultato sono portate che suscitano ricordi di gesti antichi, ma che si aprono a interpretazioni personali—un filetto scottato su crema di fave, una zuppa di pesce ravvivata dal sentore fresco del finocchietto, un dolce legato all’infanzia e reso attuale da un uso calibrato delle spezie.
La sala riflette questa identità: accogliente senza affettazione, punteggiata da oggetti d’artigianato e tavoli nudi, con il legno che riscalda l’ambiente senza dominarlo. Qui la genuinità non si piega all’estetica di maniera, e la presentazione dei piatti, seppur curata, lascia emergere la sostanza degli ingredienti.
Riconoscimenti come le due forchette Gambero Rosso testimoniano l’impegno costante in una cucina che non vuole stupire con eccessi ma lascia il segno nella misura, nella profondità del gusto e nella coerenza con la terra che la ispira. Un percorso gastronomico che parla di radici e contemporaneità, senza retorica.