Una volta varcata la soglia de Il Caminetto, si viene accolti da un’atmosfera semplice e raccolta, dove l’arredo essenziale lascia che siano gli aromi e i colori della cucina a parlare. La luce soffusa esalta la sobrietà delle linee, mettendo in risalto dettagli che raccontano una tradizione radicata, fatta di legno scuro e toni naturali. Nessuna ricerca di spettacolarità, bensì un equilibrio senza tempo che invita a concentrarsi su ciò che accade nel piatto.
Nazareno Fontana costruisce qui un percorso gastronomico ispirato a un rigore che rifugge qualsiasi concessione alle mode effimere. La sua cucina si muove fra le sfumature del territorio laziale, ma senza cedere a nostalgie o manierismi. Gli ingredienti, protagonisti assoluti, vengono selezionati con sobria attenzione: la freschezza emerge nel profumo delle erbe aromatiche ancora umide di rugiada, nella fragranza del pane caldo, nelle note nette delle verdure appena saltate. Ogni portata giunge al tavolo senza sovrastrutture decorative, ma con un’essenzialità che lascia spazio ai sapori sinceri – l’olio crudo che si insinua tra le fibre di una carne tenera, la dolcezza schietta di un pomodoro di stagione, le sfumature lievi di una pasta tirata a regola d’arte.
Fontana ha scelto di coltivare una coerenza quasi silenziosa: non si inseguono riconoscimenti appariscenti, e le onorificenze conquistate segnano tappe, non ossessioni. Gli ospiti percepiscono questo intento nell’assenza di virtuosismi tecnici fini a sé stessi e nella determinazione a restare fedeli a una linea gastronomica solida. Dalla cucina emergono pietanze che appagano prima l’olfatto, poi il palato grazie a un equilibrio di consistenze e temperature, sempre misurate e mai eccedenti.
La filosofia dello chef si distingue per la cura maniacale nella scelta delle materie prime, un profondo rispetto per la storia culinaria locale e una volontà di proporre piatti privi di superflui orpelli. Il Caminetto non rincorre le tendenze del momento, preferendo il linguaggio della continuità e della trasparenza nei gusti. Ogni dettaglio, dal taglio netto di una fetta di pane casereccio alla composizione di un’insalata appena raccolta, testimonia una dedizione silenziosa ma inflessibile all’autenticità. Chi si siede a questa tavola percepisce quella sincerità essenziale che permette di riconoscere subito una cucina sostenuta non dall’apparenza, ma dalla sostanza.
