Il Portolano

Chi si siede a uno dei tavoli de Il Portolano viene subito accolto dal profumo salmastro che filtra dalle grandi vetrate, mentre la luce chiara del Mediterraneo sfiora le superfici in legno chiaro e i dettagli d’arredo ispirati all’essenzialità marina. Il locale, raccolto ma mai pretenzioso, crea un sottofondo elegante che lascia spazio al vero protagonista: il pesce fresco, lavorato dallo chef Mario Mele secondo una filosofia di rispetto e autenticità.

Nell’approccio di Mele si percepisce una costante ricerca dell’equilibrio naturale tra ingredienti, il cui punto di partenza è sempre la materia prima isolana. In cucina convivono sapori netti e cotture delicate: ogni piatto è calibrato per esaltare la generosità del Mediterraneo senza sovraccaricare il palato. La proposta varia continuamente, seguendo la stagionalità dei piccoli pescatori locali, con il risultato che la tavola si arricchisce di colori e aromi che cambiano con il vento e la corrente.

La presentazione dei piatti riflette una precisione attenta ai dettagli. Le portate arrivano al tavolo con un’estetica pulita: spesso un filo d’olio appena, qualche erba aromatica, e la carne lucida del pescato del giorno. Il profumo tenue del mare accompagna la consistenza morbida di un trancio di ricciola, la dolcezza di una tartare di gambero appena condita, o la freschezza decisa di un’insalata di polpo che conserva il colore vivo delle verdure di stagione.

Il carattere distintivo de Il Portolano risiede proprio nella sua capacità di restituire il paesaggio sardo nel piatto: traspare in ogni portata un’attenzione discreta all’ambiente e al ritmo della natura locale. Non si tratta di innovazione forzata, ma di una continua reinvenzione della tradizione, in cui la mano dello chef si fa da parte per lasciare che sia il mare, più di ogni altra cosa, a raccontare la sua storia. A ciascun assaggio, la sensazione è quella di un invito gentile a scoprire le sfumature del territorio, senza artifici, ma con una coerenza che si percepisce in ogni boccone.