La Fenice

Varcando la soglia de La Fenice, il visitatore viene accolto da un ambiente dove sobrietà e attenzione ai particolari raccontano una cura quasi sartoriale. Le luci soffuse rivelano un arredo essenziale, fatto di materiali naturali e colori caldi, che lascia spazio al vero protagonista: il piatto. Non ci sono concessioni allo sfarzo, ma una compostezza che accompagna la degustazione e invita a concentrare i sensi su ciò che avviene in tavola. La mano di Angelo Di Lieto si riconosce nella meticolosità con cui ogni dettaglio viene orchestrato, dal profumo inebriante degli impasti alla vivacità cromatica delle guarnizioni. L’ispirazione dello chef non rincorre facili effetti speciali, prediligendo invece un equilibrio costante tra ricerca e rispetto della tradizione. Qui l’innovazione non passa mai attraverso gesti plateali, ma piuttosto in scelte ponderate: accostamenti di ingredienti in grado di esaltarsi reciprocamente e consistenze calibrate con precisione. Il percorso degustativo alla Fenice si distingue per coerenza e misura. Le pizze si presentano con una fragranza sottile e un cornicione arioso, frutto di una maturazione degli impasti lunga e controllata. Ingredienti selezionati con rigore raccontano un territorio che si lascia contaminare con discrezione da influenze più ampie, ma senza mai snaturarsi. Nel menu, la classicità non è mai convenzionale, perché ogni elemento si ritrova aggiornato secondo una sensibilità contemporanea che non dimentica le radici. Sebbene il locale abbia raccolto importanti riconoscimenti, ciò che resta impresso è la volontà di mantenere una direzione autonoma, inchiodata a una filosofia che rifiuta gli eccessi in favore di una costanza rassicurante. L’essenzialità degli accostamenti e la cura meticolosa nella selezione delle materie prime sono la cifra stilistica di Di Lieto, che interpreta il proprio ruolo con sobria discrezione, concentrando la creatività là dove serve veramente. Alla Fenice si esplora l’artigianalità con una formula precisa: niente fronzoli, ma una rassicurante affidabilità. Un assaggio qui è soprattutto un invito alla pausa, un momento in cui la pizza si fa racconto autentico di tecnica, intelligenza e maturità gastronomica.