Tra le sale luminose della Locanda Gulfi, il tempo sembra rallentare: filtra dai grandi finestroni la luce calda della campagna ragusana, mentre il legno chiaro e le ceramiche artigianali delineano uno spazio essenziale, raccolto, in cui il dettaglio non è mai superfluo. L’arredamento richiama una certa rusticità raffinata, fatta di tavoli ampi e tovaglie di lino, dove le tonalità neutre si confondono con il verde che arriva dai vigneti circostanti. Qui traspare un’attenta ricerca di equilibrio tra tradizione e sobrietà.
In questo contesto, la cucina orchestrata da Carmelo Floridia si muove lungo un filo narrativo preciso: nulla è lasciato al caso, dai profumi pronunciati delle erbe aromatiche locali alle consistenze inconfondibili degli ortaggi coltivati sulle colline vicine. Lo chef esprime una visione che rifugge i riflettori dell’estro fine a sé stesso, preferendo raccontare la Sicilia rurale attraverso piatti che riflettono la memoria collettiva e il rispetto delle stagioni. Più che una rivisitazione, qui si percepisce una cura quasi filologica nella scelta delle materie prime, che restituisce autenticamente sapori nitidi e profondi.
La presenza della Locanda nella selezione Michelin evidenzia una coerenza di fondo che si riconosce già al primo sguardo: le proposte in carta seguono un percorso lineare, dando risalto soprattutto a ingredienti che cambiano insieme al paesaggio – come i legumi antichi, i formaggi locali dalla personalità decisa, i pesci delle coste meridionali, presentati con sobria eleganza. Ogni piatto arriva in tavola con una presentazione curata ma priva di eccessi, lasciando che siano i colori naturali degli ingredienti a richiamare l’occhio e stimolare l’appetito.
Senza mai inseguire mode effimere, lo stile di Floridia si potrebbe definire come una sintesi tra aderenza alla matrice regionale e lucidità contemporanea: la sua filosofia privilegia il racconto diretto del territorio, privo di artifici, dove la tecnica resta al servizio della materia. A Locanda Gulfi, la Sicilia rimane protagonista e non cornice, narrata attraverso un ventaglio di suggestioni che evocano vita rurale e gesti antichi, in una sequenza coerente di sapori, colori e profumi.