Varcare la soglia di Palazzaccio significa lasciarsi avvolgere da un’atmosfera che fonde eleganza sobria e suggestioni legate alla storia siciliana. L’ambiente gioca con elementi essenziali: arredi in legno scuro, pietra viva a vista e tocchi contemporanei discreti ma efficaci. L’illuminazione soffusa invita a concentrarsi sui dettagli, mentre il vociare ovattato degli altri commensali fa da contrappunto alla sensazione di essere accolti in una raffinata casa di famiglia.
Questo equilibrio tra passato e presente traspare anche nella filosofia che guida Sandro e Fabrizio Cicero ai fornelli. I due chef raccontano la propria terra privilegiando materia prima locale, stagionale, e componendo piatti che non inseguono mode né etichette, ma riflettono invece autenticità e ascolto del territorio. Da Palazzaccio le influenze della tradizione si percepiscono senza nostalgia: le preparazioni, pur radicate nel contesto culturale siciliano, si concedono interpretazioni personali senza mai rischiare di perdere sensibilità o misura.
L’esperienza si gioca nei contrasti e nelle armonie, evidenti sin dall’arrivo in tavola delle prime portate. I colori caldi, le sfumature delle verdure appena colte, la lucidità degli oli locali e la consistenza fragrante del pane – tutto racconta una ricerca minuziosa per valorizzare ingredienti spesso semplici, ma sempre di qualità riconoscibile. Ogni piatto si presenta in modo essenziale, sottolineando l’importanza della stagionalità: un ortaggio croccante, una salsa setosa, un taglio di carne cotto al punto giusto, privo di orpelli scenografici.
L’insegna Bib Gourmand appare come naturale conseguenza di questa filosofia, più che come un obiettivo. La cucina dei fratelli Cicero pone al centro l’accessibilità senza mai rinunciare a profondità di gusto e coerenza: la sequenza dei piatti accompagna il palato lungo un percorso limpido, dove le forzature vengono bandite e la genuinità si fa protagonista silenziosa. Ecco allora che anche l’esperienza visiva – dalle ceramiche artigianali alle sfumature delle erbe fresche – conferma la volontà di parlare di Sicilia con voce nuova, rispettosa e mai autoreferenziale.