Di fronte alla Chiesa Nuova, Pipero Roma accoglie gli ospiti in un ambiente dove ogni dettaglio è pensato per preparare i sensi a un’esperienza fuori dal comune. Il ristorante, che porta il nome del patron Alessandro Pipero ed è premiato con una stella Michelin, trova la sua identità nella cucina di Ciro Scamardella, giovane chef campano capace di coniugare tecnica, sensibilità e visione contemporanea.
Il tratto distintivo di Scamardella è un profondo rispetto per la materia prima: ingredienti scelti con rigore, sempre legati alla stagione, diventano il punto di partenza per costruire piatti limpidi e moderni. La sua cucina dialoga con le radici laziali senza imitarle, reinterpretandole attraverso un gusto chiaro e diretto. Ogni componente del piatto mantiene la propria identità, contribuendo a un equilibrio immediatamente percepibile, mentre la presentazione — essenziale ma curata nei colori e nelle forme — riflette una ricerca estetica che non scivola mai nell’eccesso. Non mancano tocchi della sua terra d’origine, evocati dall’uso di ingredienti come friarielli, scarola o limoni, integrati con naturalezza in creazioni sia di carne che di pesce. Il Fritto, con pescato del giorno, Glassa sud-orientale e zenzero, oppure il Piccione pomodoro e vaniglia o la Faraona cipolla e capperi si distinguono particolarmente.
In sala, Achille Sardiello guida con eleganza un servizio attento e cordiale, capace di far sentire gli ospiti pienamente accolti. Pipero Roma si conferma così un indirizzo unico nella capitale: un luogo in cui il patrimonio gastronomico si trasforma in un racconto contemporaneo, fatto di idee chiare, ingredienti vivi e un equilibrio raffinato tra memoria e creatività.