Entrare da Stria è come immergersi in una conversazione silenziosa tra legno antico e pietra a vista, dove il chiaroscuro delle luci invita all’introspezione e l’ambiente, raccolto e curato senza ostentazioni, sembra custodire con rispetto la storia della valle. Qui, lo chef Erich Costa orchestra un percorso che preferisce le sfumature all’apparenza, scegliendo di valorizzare l’essenzialità degli ingredienti del territorio senza eccessi né sovrastrutture.
Sul tavolo, la cura per il dettaglio emerge già dal primo sguardo: la presentazione dei piatti riflette un equilibrio misurato tra contemporaneità e radici alpine, con colori che non cercano il colpo d’occhio facile, ma raccontano un dialogo delicato tra stagionalità e materia prima. Non si avvertono forzature nell’accostamento degli elementi: ogni portata è un invito alla scoperta di un gusto nitido, pulito, che lascia trasparire il carattere autentico della regione, dalla freschezza delle erbe ai toni pieni della selvaggina o del latte.
Stria si distingue per una coerenza che si respira sia nei profumi che si diffondono dalla cucina, sia nella costruzione di una carta dove la memoria locale viene rivista con rispetto, senza mai scadere nell’ovvietà. Non è una cucina che punta sull’effetto teatrale, ma piuttosto sull’armonia degli abbinamenti: qui le consistenze si alternano senza sbavature, i sapori restano riconoscibili e la mano dello chef si percepisce nella scelta, oculata e mai scontata, delle materie prime.
Il riconoscimento della Guida Michelin non sorprende laddove l’attenzione si concentra sulla purezza e sulla coerenza dei piatti. In questa sala raccolta, dove mobili artigianali e dettagli d’arredo semplici richiamano la tradizione delle Dolomiti, l’esperienza diventa intima e concreta. L’impronta di Erich Costa non si confonde con tendenze effimere, ma trova nel rispetto del territorio la propria cifra, senza mai smarrire il senso della misura.
Più che una vetrina di virtuosismi, Stria offre una cucina capace di farsi ricordare per sincerità e persistenza, restituendo al commensale il piacere di una degustazione costruita con metodo e sensibilità, in cui emerge la costante ricerca della qualità.
