Le luci soffuse disegnano un’atmosfera intima che avvolge i tavoli di Tre Galline, dove l’arredamento propone un’eleganza disinvolta, fatta di legni vissuti e pareti dalle tonalità calde che richiamano la storia della città. In questo ambiente raccolto, il tempo sembra scandito dal ticchettio lento della cultura gastronomica piemontese, cui i cuochi Andrea Chiuni e Luigi Rosato danno voce con gesti precisi e una creatività controllata.
L’impronta della cucina si manifesta nella scelta attenta delle materie prime: ogni elemento sul piatto racconta la stagionalità, senza orpelli superflui. Qui il territorio non è una moda, ma una traiettoria solida che prende forma in ricette dal gusto schietto. Il percorso sensoriale si apre spesso con antipasti che hanno l’aroma diretto degli ingredienti appena lavorati; le verdure sprigionano profumi erbacei, mentre le carni propongono una persistenza avvolgente, senza mai risultare invasive. La pasta fatta in casa — sottile e satinata — trattiene e valorizza i sughi, offrendo una masticabilità che rivela cura e precisione artigianale.
Nella sala principale, la disposizione dei tavoli punta a conservare riservatezza e calore. La mise en place è sobria, con porcellane di gusto classico che esaltano la semplicità elegante delle pietanze. Non si inseguono avanguardie estetiche: il piatto conquista con la forza nitida dei suoi contrasti e con l’identità immediatamente riconoscibile delle preparazioni.
Secondo la filosofia di Chiuni e Rosato, ogni portata dovrebbe riflettere la bellezza dell’essenzialità. La cucina diventa così un esercizio sincero di equilibrio tra ricerca e rispetto per la tradizione, privilegiando metodologie che valorizzano quell’incontro diretto tra sapori autentici e il palato del commensale. La presentazione dei piatti non cerca colpi di scena, quanto piuttosto dialoga silenziosamente con chi assaggia, trasmettendo solidità e naturalezza.
Il riconoscimento da parte delle principali guide gastronomiche non è questione di fortuna, ma esito naturale della coerenza che accompagna ogni dettaglio: da una carta dei vini ragionata a una proposta gastronomica che resiste alle mode e parla, senza ostentare, il linguaggio onesto della cucina piemontese.