È uno dei cocktail più in voga del momento tanto che, la scorsa estate, il Tales of the Cocktail di New Orleans l’ha premiato con il titolo di “drink del 2016” ma la sua storia è iniziata più di settantasei anni fa.
Stiamo parlando del Moscow Mule, leggendario cocktail a base di vodka, ginger beer e lime. Prima di iniziare a raccontarvi le sue origini, però, è bene chiarire una cosa: nonostante il nome, che letteralmente significa “mulo di Mosca”, il Moscow Mule non ha nulla a che vedere con la Russia (se non per il fatto che è a base di vodka). Per quanto possa sembrare strano, infatti, questo drink dall’atipico nome è stato creato nel 1941 a Los Angeles, in California, da due imprenditori che cercavano di far decollare le imprese in cui avevano investito.
La storia del Moscow Mule
John G. Martin cercava un modo per pubblicizzare la Smirnoff, azienda di vodka di cui da poco era diventato proprietario mentre Jack Morgan, all’epoca gestore di uno dei locali più celebri di Hollywood (il Cock’n Bull), stava provando a rendere popolare la sua linea di Ginger Beer. La leggenda narra che, mentre si confidavano sulle proprie difficoltà economiche, agli imprenditori venne l’idea di combinare i due ingredienti (con l’aggiunta di lime) per dare vita a un nuovo cocktail il cui mix “scalciava in gola come un mulo”, il mulo di Mosca.
Da Vodka Buck a Moscow Mule
In un primo momento il drink, in quanto parte della famiglia dei Buck Cocktail (drink a bare di Ginger Ale o Ginger Beer), venne lanciato sul mercato con il nome di “Vodka Buck”. Un nome che stentava a decollare, a differenza del consumo del nuovo cocktail californiano che, nel frattempo, era riuscito a conquistare tutta l’America.
Intorno agli anni Cinquanta la Smirnoff restituì al cocktail che aveva fatto la sua fortuna il nome originale e, da allora, il mix di vodka, ginger beer e lime ha un solo nome: Moscow Mule.
Tazza in rame: come servire il Moscow Mule
Con la combinazione della vodka e della ginger beer, infatti, i due riuscirono non solo a far arrivare al successo le loro aziende ma anche, soprattutto, ad entrare nella storia come i creatori del primo drink servito in tazza di rame. Si, perché il Moscow Mule deve la sua fama anche al particolare “bicchiere” di rame in cui è servito.
Ma per quale motivo la scelta di Martin e Morgan ricadde sul rame? Le ragioni sono due:
1. Il rame è un ottimo conduttore, per cui la tazza si raffredda velocemente;
2. L’interazione tra il rame e il lime dà al cocktail un particolare retrogusto.
Ma quali sono gli ingredienti del cocktail più in voga del momento? Secondo la ricetta ufficiale dell’IBA (International Bartenders Association), che assegna al long drink un grado alcolico di circa il 38,8%, gli ingredienti sono:
- Vodka (4,5 cl)
- Ginger Beer (12 cl)
- Succo di lime fresco (0,5 cl)
- 1 fetta di lime. Punto.
L’aggiunta del cetriolo nel cocktail
Ma allora da dov’è saltato fuori il cetriolo? L’ipotesi più accreditata è quella secondo cui qualche bartender dell’Est Europa – facendosi fuorviare dal nome – abbia voluto dare un “tocco russo” all’americanissimo long drink. In Russia, infatti, è tradizione bere shottini di vodka liscia sgranocchiando dei cetriolini in salamoia.
Come ogni cocktail classico che si rispetti, anche lo “scalciante” Moscow Mule ha le sue varianti. Tra queste troviamo: il London Mule, che si ottiene sostituendo la vodka con il gin; il Kentucky Mule, preparato – ovviamente – con il bourbon al posto della vodka; il Mexican Burro (conosciuto anche come El Burro) che alla vodka sostituisce la tequila. La rivisitazione italiana? Il Moscow Mulime firmato Sanpellegrino. Un cocktail fresco e speziato che alla vodka e al lime unisce l’intenso sapore di Sanbitter emozioni zenzero dando vita ad un mix di sorprendente e irresistibile. Provare per credere.