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Tartufo bianco o nero: cosa cambia davvero

3 Minute read
Da
Fine Dining Lovers
Redazione

Un tesoro della terra che conquista con aromi, sfumature e infinite possibilità gastronomiche

Tra i prodotti più preziosi della cucina italiana, il tartufo è da sempre sinonimo di eccellenza e raffinatezza. Ma quando si parla di tartufo bianco o nero, le differenze non si limitano al colore: variano per profumo, intensità aromatica, periodo di raccolta, prezzo e soprattutto per modalità d’uso in cucina. Capire come usarli, come conservarli e con quali ingredienti abbinarli è il segreto per valorizzarne ogni sfumatura — proprio come accade per i migliori funghi commestibili, di cui il tartufo è il più raro e misterioso rappresentante.

Qual è la differenza tra tartufo bianco e nero

Il tartufo bianco pregiato (Tuber magnatum Pico) è il più raro e costoso. Cresce spontaneo nei terreni umidi e calcarei del Piemonte, della Toscana e del Molise, e si raccoglie da ottobre a dicembre. Ha una scorza liscia color crema e una polpa chiara marmorizzata; il suo profumo è intenso, persistente e immediatamente riconoscibile, con note di aglio, formaggio stagionato e miele.

Il tartufo nero (Tuber melanosporum Vittadini), noto anche come tartufo nero pregiato di Norcia o di Spoleto, si distingue invece per la scorza rugosa e scura e per una polpa dal colore bruno-violaceo. Il suo aroma è più delicato e meno pungente, ma più resistente al calore, il che lo rende ideale per la cottura.

In generale, il tartufo bianco si consuma crudo, mentre il nero si presta anche a preparazioni calde, come salse, ripieni o condimenti per pasta e carne.

Come scegliere il tartufo giusto per ogni piatto

Scegliere tra tartufo bianco o nero dipende dal tipo di piatto e dal risultato che si vuole ottenere.

Il tartufo bianco è perfetto come rifinitura, da grattare a crudo su piatti semplici ma eleganti — tagliolini, uova al tegamino, risotti o carpacci. La sua intensità aromatica non richiede cottura: bastano pochi grammi per impreziosire un piatto e renderlo straordinario.

Il tartufo nero, invece, sopporta bene le alte temperature ed è adatto per ricette più strutturate. Può essere amalgamato in creme e salse, inserito nei ripieni o servito in scaglie sottili su carni e formaggi caldi. Anche il tartufo estivo (Tuber aestivum Vitt.) o lo scorzone rappresentano ottime alternative più accessibili, dal gusto leggermente nocciolato.

Quando si acquista il tartufo, è importante verificare la freschezza: il profumo deve essere intenso ma non ammoniacale, la superficie soda e priva di parti molli.

Abbinamenti ideali per il tartufo in cucina

Il tartufo è un ingrediente che non ama le competizioni: va accompagnato a elementi semplici, capaci di esaltarne l’aroma senza sovrastarlo.

Primi piatti, uova e risotti

Il tartufo bianco trova la sua massima espressione su primi piatti come tagliolini al burro, risotti mantecati o uova al tegamino. La temperatura moderata sprigiona tutto il suo profumo, rendendolo protagonista assoluto del piatto.

Il tartufo nero, invece, si presta bene per salse calde e condimenti più decisi, come una fonduta di formaggio o una crema di patate. È anche perfetto per arricchire gnocchi, paste ripiene o vellutate, in abbinamento con burro, panna o formaggi fusi che ne amplificano la persistenza aromatica.

Carne e formaggi

Tra gli abbinamenti più riusciti ci sono carne e formaggi. Il tartufo bianco si sposa magnificamente con carpacci e tartare, mentre quello nero si adatta meglio a tagli di carne caldi e succulenti, come filetto o arrosto.

Con i formaggi, il tartufo regala accostamenti gourmet: pecorino, fontina o robiola possono essere aromatizzati con lamelle di tartufo o creme al tartufo per creare antipasti o fondute raffinate.

In chiave moderna, entrambi i tipi di tartufo vengono utilizzati anche in combinazione con cioccolato o miele, per contrasti aromatici sorprendenti.

Come conservarli e valorizzarli al meglio

Il tartufo fresco è un prodotto delicato e va trattato con la stessa attenzione riservata ai funghi più pregiati. Una volta acquistato, va avvolto in carta assorbente e conservato in frigorifero dentro un contenitore di vetro o in un barattolo chiuso, cambiando la carta ogni giorno per evitare la formazione di umidità.

Per periodi più lunghi, può essere conservato sott’olio, congelato o trasformato in burro al tartufo, ideale per condire pasta e risotti. Esistono anche alternative pratiche come creme e salse al tartufo, che mantengono parte del profumo originario.

Chi desidera un’esperienza completa può consultare le guide su come usare il tartufocome conservare il tartufo in base alla varietà, alla stagione e all’abbinamento desiderato.

Sia bianco che nero, il tartufo resta uno degli ingredienti più evocativi della cucina d’autore: un dono della terra che, se trattato con rispetto e semplicità, trasforma ogni piatto in un gesto di pura eleganza gastronomica.

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