Ecco un vitigno a bacca nera che regala molte sorprese e un’ottima DOCG. Il Nero di Troia tra le sue caratteristiche può avere una certa tannicità che non deve spaventare. Con un adeguato periodo di affinamento, la sensazione astringente lascia il posto al piacere della struttura di un vino maturo sotto tutti i punti di vista: più rotondo, più elegante e sfaccettato. Puoi degustare il Nero di Troia creando abbinamenti diversi: dal tagliere di formaggi misti ai piatti della cucina tradizionale pugliese. Così come puoi uscire dalla comfort zone per osare qualcosa di più deciso. Il vino Nero di Troia ha tanta di quella personalità da reggere senza fatica i più difficili abbinamenti, pietanze agrodolci e speziate incluse.
Origini del Nero di Troia: i territori
Il vitigno a bacca nera, che produce il Nero di Troia dal colore rubino intenso, può essere coltivato in due sottospecie: Uva di Troia, dal grappolo grande e tozzo e Summarello, con il grappolo e anche gli acini più piccoli, che viene prodotto in quantità limitata e solo nelle zone limitrofe al Comune di Troia.
Dal punto di vista climatico l’Uva di Troia è un vitigno molto esigente, con una maturazione tardiva. Infatti, è pronto solo a ottobre, quando presenta la buccia nera e spessa, ricca di polifenoli, e la polpa dolce, moderatamente zuccherina.
Ecco perché i territori di coltivazione di questo vitigno sono ben circoscritti a un’area piuttosto ristretta. La zona storica del Nero di Troia si trova nel Tavoliere delle Puglie, più precisamente nei territori compresi tra Bari, Cerignola e Lucera, dove c’è il Comune di Troia, appunto. Nel 2011, il vino Nero di Troia è stato riconosciuto con la DOC, Denominazione di Origine Controllata “Tavoliere delle Puglie” o solo “Tavoliere”.
I territori maggiormente produttivi sono però quelli compresi nell’area litoranea pugliese a nord di Bari, nella provincia di Barletta-Andria-Trani, e nella zona di Castel del Monte. Ed è proprio quest’ultimo il territorio che dal 2011 ha la denominazione di origine Castel del Monte Rosso Riserva DOCG esclusivamente ai vini ottenuti da uve del vitigno Uva di Troia. Quello che si ottiene è un vino Nero di Troia dalle caratteristiche uniche, fermo, rotondo ed elegante, che prima di essere messo in commercio viene sottoposto ad almeno due anni di maturazione, di cui almeno un in legno.
Caratteristiche del Nero di Troia
Se si pensa alle degustazioni di vini pugliesi, la mente corre subito ai vitigni del Primitivo e del Negroamaro. Però, nonostante arrivi terzo in ordine di importanza, proprio per le sue interessanti caratteristiche il Nero di Troia potrebbe diventare presto un importante protagonista del panorama enologico pugliese. Rispetto ai due famosi vitigni, il Nero di Troia ha una caratteristica carica speziata e un corpo più fine.
Alla vista, il vino Nero di Troia ha un bel colore rosso rubino intenso con riflessi violacei che tendono a scomparire con l’affinamento. Dal punto di vista olfattivo, le caratteristiche del Nero di Troia giovane sono quelle di un vino dal profumo intenso, dalle note fruttate di mora e ciliegia su cui domina l’aroma della prugna matura. Con l’affinamento, invece, si fanno strada le note speziate di chiodi di garofano e pepe nero.
La marcata tannicità che può manifestarsi in un vino giovane, e dare quel senso di ruvidezza al palato, o in una degustazione precoce del Nero di Troia, può sfumare se lo si lascia in cantina ad affinare e ad acquisire una maggiore rotondità.
Come degustare il Nero di Troia
Per catturare tutta la corposità del Nero di Troia e assaporare al meglio le sue caratteristiche, bisogna ricordarsi di aprire la bottiglia almeno 30 minuti prima, e comunque con il dovuto anticipo che varia in base all’invecchiamento subito dal vino. La temperatura giusta di degustazione del vino Nero di Troia è quella che oscilla tra 18°C e 20°C, mentre il bicchiere deve essere un balloon o un bicchiere ampio da vino rosso strutturato.
Abbinamenti con il Nero di Troia
Quando si sceglie un Nero di Troia gli abbinamenti sicuri sono quelli che attingono alla cucina pugliese e al territorio di provenienza di questo vitigno, come la faraona ripiena e l’agnello in agrodolce. In linea generale, però, il Nero di Troia per le sue caratteristiche si sposa bene alla maggior parte di piatti di carne e alla selvaggina, oltre a non temere affatto l’accostamento alle preparazioni saporite, in agrodolce o speziate. Prova il Nero di Troia con abbinamenti all’arrosto di maiale, o a ricette sofisticate e ricercate come la lepre in agrodolce.