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Amasake: come si prepara e come utilizzarlo in cucina

3 Minute read
Da
Fine Dining Lovers
Redattore

L’amasake è una preparazione fermentata dal profilo naturalmente dolce e vellutato. Scopri cos’è, come si ottiene e come portarlo in cucina.

L’amasake è una delle preparazioni fermentate più antiche della tradizione giapponese. Con la sua consistenza morbida e il gusto naturalmente dolce, rappresenta un’alternativa raffinata agli zuccheri aggiunti e una base versatile per ricette sia dolci che salate. Negli ultimi anni è entrato anche nelle cucine europee, apprezzato da chi cerca ingredienti naturali e funzionali. Ma cos’è esattamente l’amasake, come si prepara e come può essere utilizzato al meglio?

Cos’è l’amasake e come viene prodotto

Il termine “amasake” significa letteralmente “bevanda dolce” in giapponese. È ottenuto dalla fermentazione di cereali cotti – tradizionalmente il riso – grazie all’azione del koji, un fungo utilizzato anche per la produzione di miso e sakè. Durante la fermentazione, gli enzimi scompongono l’amido del riso in zuccheri semplici, dando origine a una crema dal gusto dolce e dalla consistenza vellutata.

La dolcezza dell’amasake non deriva quindi dall’aggiunta di edulcoranti, ma dal processo naturale di fermentazione. Questo lo rende diverso dai comuni tipi di zucchero (di canna, bianco, integrale, muscovado) e persino dai tipi di miele, che pur essendo naturali hanno un profilo calorico più simile al saccarosio. L’amasake, invece, offre un’alternativa più leggera e adatta a chi desidera ridurre l’assunzione di zuccheri concentrati.

Differenze tra amasake di riso e di altri cereali

Il più diffuso è senza dubbio l’amasake di riso, caratterizzato da un sapore delicato e una consistenza cremosa, perfetto come base per dolci al cucchiaio o bevande calde. Ma esistono anche varianti preparate con altri cereali.

  • Amasake d’orzo: leggermente più corposo e dal retrogusto tostato, ideale per ricette salate come zuppe o creme vegetali.
  • Amasake di miglio: dal gusto delicato e tenue, con una consistenza più leggera, adatto a frullati e preparazioni fresche.
  • Amasake di avena: naturalmente più cremoso, si presta a sostituire lo yogurt in alcune preparazioni vegetali.

Ogni cereale conferisce sfumature differenti, e la scelta dipende dall’uso in cucina e dal risultato desiderato.

Come usare l’amasake in cucina

La versatilità dell’amasake è una delle ragioni principali del suo successo. In Giappone è spesso consumato come bevanda calda, diluito con acqua e servito nelle stagioni fredde, ma le possibilità sono molto più ampie.

  • Dolci e dessert: l’amasake può sostituire lo zucchero in creme, mousse e budini, aggiungendo dolcezza naturale senza appesantire. Si presta anche alla preparazione di gelati e semifreddi, donando una consistenza vellutata.
  • Colazioni e merende: mescolato a cereali, frutta o yogurt, diventa una crema energetica e digeribile. Può arricchire pancake, muffin o torte soffici, in sostituzione parziale dello zucchero o del miele.
  • Bevande: frullato con frutta fresca, regala smoothie nutrienti e leggeri. Nelle versioni calde, può essere aromatizzato con cannella o zenzero.
  • Piatti salati: l’amasake d’orzo o di avena può essere usato per insaporire salse, vellutate e condimenti per verdure. In cucina macrobiotica è spesso aggiunto come dolcificante naturale nelle marinature.

Il suo utilizzo, quindi, si estende ben oltre il mondo dei dessert, rendendolo un ingrediente sorprendente per chi ama sperimentare.

Dove si compra e come si conserva l’amasake

L’amasake è sempre più diffuso anche fuori dal Giappone. Si trova nei negozi di alimentazione naturale, nelle erboristerie più fornite e in molti supermercati specializzati in prodotti biologici. Viene venduto in vasettibottiglie di vetro, spesso nella versione di riso, ma non mancano varianti con cereali diversi.

Per quanto riguarda la conservazione, una volta aperto deve essere tenuto in frigorifero e consumato entro pochi giorni, poiché non contiene conservanti. Alcune versioni artigianali, prive di pastorizzazione, hanno tempi di consumo ancora più brevi. Per chi desidera sperimentare, è possibile preparare anche un amasake fatto in casa, utilizzando riso cotto e koji: una ricetta che richiede attenzione ai tempi di fermentazione, ma che consente di apprezzare tutte le sfumature di questa antica tradizione.

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