Nel silenzio raccolto delle Langhe, 21.9 si distingue come una destinazione in cui la cucina trova una sua espressione misurata e consapevole. Gli ambienti, curati ma privi di ostentazione, accolgono lo sguardo tra pareti che restituiscono rassicuranti tocchi contemporanei e tavoli essenziali, lasciando campo libero alla luce naturale che si fa complice discreta nelle ore del pranzo e suggestiva al calar della sera.
Nel piatto, la firma di Flavio Costa si legge nella compostezza delle linee e nella scelta rigorosa di ingredienti che riflettono, stagione dopo stagione, il ritmo lento della terra piemontese. Ogni portata è un esercizio di equilibrio: le carni, le verdure dell’orto, i pesci d’acqua dolce, emergono attraverso abbinamenti che sembrano dialogare silenziosamente con la memoria della tradizione, pur senza replicarne pedissequamente i canoni. Ad attrarre non è mai l’eccesso, bensì la modalità in cui consistenze, colori e temperature si alternano e si completano, sostenendo una narrazione fatta di tocchi precisi e di silenzi voluti.
La filosofia dello chef Costa si traduce in una cucina che rifiuta il virtuosismo fine a sé stesso e preferisce interrogare la materia prima nella sua essenza. L’approccio si riconosce nella leggerezza delle preparazioni, nell’attenzione al dettaglio, nella volontà di restituire al palato la purezza delle note aromatiche e la genuina forza delle radici locali, senza mai sovraccaricare la presentazione. Nulla che induca meraviglia fine a se stessa: ogni elemento sembra invece rispondere a una logica intima, guidata dalla disciplina del gesto e da una sensibilità costante verso l’impermanenza del prodotto.
Il percorso gastronomico si dispiega così come una sequenza di impressioni misurate, in cui il rispetto della stagionalità si confonde con la sobria ambizione di lasciare emergere identità e ricordo. Nei profumi delle erbe fresche, nella lucidità di un fondo ridotto con pazienza, nel croccante calibrato di una verdura, si coglie la cifra distintiva del locale: un sussurro elegante, mai urlato, che invita chi visita 21.9 a comporre lentamente la propria esperienza, senza alcuna fretta di arrivare alla fine.