Entrando ad Al Fienile, ci si ritrova in un ambiente accogliente e curato che presta attenzione ai dettagli, con arredi essenziali ma caldi, dove il legno e linee pulite dialogano con tocchi rustici mai eccessivi. La luce soffusa crea una sensazione di comfort che invita a rilassarsi, mentre l’aroma di lievito fresco e ingredienti appena tagliati emerge dalla cucina, lasciando presagire un’esperienza fatta di scelte mirate e consapevoli.
Qui la cucina si racconta senza artifici, secondo una filosofia che Paolo e Laura Ghidini hanno sviluppato negli anni: materia prima al centro, lievitazioni lente e rispetto per i sapori autentici. È una visione che rifiuta le scorciatoie e preferisce l’onestà del gusto, senza cedere alle lusinghe delle mode o delle sperimentazioni fini a sé stesse. Il menù, essenziale e misurato, riflette questa cura, concedendo spazio a pizze dall’impasto arioso e ben sviluppato, risultato di lavorazioni scrupolose, in cui ogni fase sembra pensata per valorizzare fragranza e digeribilità. Il profumo della pizza appena sfornata, con la crosta croccante che racchiude un cuore soffice, riporta a gesti antichi e rassicuranti.
Gli ingredienti selezionati pongono l’accento su prodotti locali ed eccellenze italiane, in un equilibrio che non rincorre effetti speciali ma privilegia la coerenza tra topping e base. Un pomodoro vivo, note leggere di latticini freschissimi, olio d’oliva dosato con intelligenza, sono dettagli che qui risaltano nella semplicità e costruiscono un insieme armonioso, privo di elementi superflui.
La presentazione dei piatti segue anch’essa la linea della sobrietà elegante: taglieri in legno e porcellane minimaliste lasciano che la scena resti ai colori naturali degli ingredienti. Ogni portata sembra invitare l’ospite a porre attenzione all’essenziale, amplificando la percezione di un equilibrio difficile da ottenere, frutto di un lavoro quasi silenzioso.
Al Fienile si fa riconoscere non per clamori, ma per la costanza nel ricercare una semplicità ragionata che dà valore a ogni dettaglio, dal profumo dell’impasto alle scelte di abbinamento, in una narrazione culinaria che predilige autenticità e concretezza.