Entrare da Altatto equivale a immergersi in un ambiente dove l’essenzialità si intreccia con un senso di raffinata accoglienza. Gli spazi, ariosi e inondati di luce naturale, riflettono una predilezione per i materiali organici e le tonalità neutre, come legno chiaro e lino, che restituiscono una sensazione di equilibrio e calma. Ogni dettaglio, dalla disposizione dei tavoli all’illuminazione, partecipa a una visione contemporanea dell’ambiente conviviale: qui l’atmosfera è raccolta, mai ingessata, ideale per lasciarsi trasportare in un itinerario gastronomico fuori dal consueto.
La cucina improntata da Sara Nicolosi e Cinzia De Lauri ruota intorno a un’idea forte: esplorare tutte le potenzialità del mondo vegetale senza compromessi, affidandosi interamente a ingredienti di origine vegetale e facendo della stagionalità il proprio orizzonte creativo. Ogni piatto viene elaborato come un tocco di colore su una tela minimale, in cui ortaggi, erbe e fiori commestibili danno vita a composizioni arcobaleno, ma sempre sobrie e misurate. Non si cerca il virtuosismo fine a sé stesso, bensì un equilibrio che valorizzi ogni elemento nella sua unicità.
L’approccio delle chef, lontano da ogni formula rigida, si traduce in menu dinamici che mutano al ritmo della natura. Le verdure vengono selezionate con cura quasi maniacale: zucchine appena raccolte, radici dal sapore terroso, legumi declinati in creme vellutate, tutto viene trattato con rispetto e attenzione, in modo che nulla si perda nella trasformazione in piatto. Il risultato è una cucina vegetale che non si limita a sostituire la carne, ma si struttura come racconto, composto da sequenze di assaggi coerenti e sorprendenti.
L’impronta distintamente personale di Altatto si riflette nel modo in cui tradizione italiana e suggestioni contemporanee convivono senza forzature. La presentazione dei piatti, rigorosa nelle forme e al tempo stesso evocativa nei contrasti cromatici, suggerisce un lavoro artigianale approfondito su ogni dettaglio. L’insieme invita a riscoprire il piacere dell’esperienza sensoriale, attraverso sapori puliti e testure sempre precise. Chi cerca nell’esperienza vegetariana una dimensione raffinata e sperimentale, qui trova un connubio raro tra naturalità, ricerca e concretezza culinaria.