Una volta varcata la soglia di Checchino dal 1887, si percepisce subito una precisa armonia: la penombra delle sale, scandita dal legno scuro del mobilio e dalle fotografie alle pareti, restituisce una calma discreta che invita a concedersi il tempo necessario per cogliere ogni sfumatura. L'ambiente racconta la Roma autentica, intriso dei profumi delle stagioni e della pietra viva di Testaccio, senza alcun vezzo estetico superfluo. Qui resta intatto quel legame con la città che si traduce in scelte ponderate, dalla tovaglia candida all’argenteria appena vissuta.
Sedendosi a tavola, lo sguardo si posa su piatti che sembrano raccontare storie di famiglia e di quartiere. L’approccio della cucina, sotto la guida rigorosa dei Fratelli Mariani, rifugge le mode fugaci in favore della purezza del gusto e della coerenza con le proprie radici. Ogni portata si rivela come un frammento di memoria reinterpretato con mano salda: si sente la precisione in una coda alla vaccinara che conserva la rotondità del suo sugo, intensa ma mai stucchevole, o nei rigatoni con la pajata che restituiscono il senso di un sapere tramandato. Le carni, cotte con meticolosa attenzione, sprigionano aromi profondi e ben calibrati, mentre i contorni si fanno eco delle stagioni, senza cedere a interpretazioni ardite.
La filosofia di cucina qui non si nasconde dietro trovate scenografiche: si tratta piuttosto di un manifesto della continuità e del rispetto per la materia prima, con una selezione che privilegia prodotti locali e filiere controllate. Lo chef non rincorre l’effetto sorpresa, preferendo raccontare con sincerità gastronomica una Roma storica e concreta, in cui il passato serve da guida ma non da prigione.
Il menù si muove con ritmo sommesso e regolare, offrendo un mosaico di sapori che non cercano clamore ma si fanno ricordare per la loro autenticità. Tra la luce discreta della sala e il lento susseguirsi delle portate, si compone il ritratto di un ristorante che difende la propria identità senza mai ostentarla, lasciando che siano solo i sensi – olfatto, vista e gusto – a parlare davvero.
