Le sale intime di Da Pietro riflettono un’idea precisa di eleganza essenziale: luci soffuse che accompagnano il percorso gastronomico, arredi contemporanei in cui il minimalismo dialoga con tocchi caldi, tavoli ben distanziati e una silenziosa cura del dettaglio. L’atmosfera lascia spazio al respiro, senza sovrastrutture: qui tutto concorre a riportare l’attenzione sui piatti, un invito quasi silenzioso a percepirne la complessità.
La cucina di Pietro Ferri si muove tra la fedeltà al territorio mantovano e un linguaggio che rifugge la spettacolarizzazione. Non si incontrano effetti scenici o eccessi cromatici nei piatti: la presentazione, calibrata e precisa, esalta il naturale contrasto di colori e consistenze senza mai forzare la mano. Le stagioni dettano il passo, e ogni ingrediente raggiunge la tavola in purezza, selezionato con attenzione per offrire un racconto gastronomico nitido e coerente.
Lo stile dello chef si autodisciplina, evitando stravaganze o combinazioni forzate; nella sua filosofia, il gusto autentico delle materie prime si rivela quando nulla le ostacola né le travisa. In questa prospettiva, la profondità del sapore si conquista dosando con giudizio e scegliendo con cura, mentre la trama dei piatti si costruisce su armonie delicate anziché su contrasti marcati.
Nel menu, le preparazioni si susseguono in una cadenza che alterna elementi della cucina lombarda e spunti di contemporaneità, sempre gestiti con discrezione. Sovrani sono ortaggi locali, carni e pesce d’acqua dolce, ciascuno valorizzato da cotture attente e da abbinamenti decisamente sobri. L’impronta personale dello chef si intuisce nei dettagli: una salsa appena insinuata, una croccantezza calibrata al millimetro, un equilibrio complessivo che non cerca mai di stupire, ma semmai di convincere in sordina.
Nel silenzio raffinato della sala, ogni portata invita l’ospite ad un ascolto attento. Da Pietro, la cucina si manifesta nella costanza tranquilla di chi sa distinguersi senza bisogno di clamore, lasciando al palato la libertà di riconoscere il lavoro meticoloso che sottende ogni piatto.