Enosteria Mangia si rivela attraverso ambienti dai toni caldi e materiali naturali, giocando su un’eleganza senza ostentazione che accompagna la presenza avvolgente di legni chiari e dettagli in ferro brunito. L’atmosfera trasmette fin da subito una rilassata compostezza, coadiuvata da una mise en place essenziale che mette al centro ciò che arriva in tavola, senza orpelli superflui. La luce, volutamente soffusa, invita a focalizzarsi sui profumi che si diffondono dalla cucina, accendendo la curiosità prima ancora che si addenti nel menu.
Dietro ogni proposta emerge una coesione rara fra le diverse anime del team di cucina: la collaborazione tra Luca Fossi, Melania Cannistrà, Salvatore Botta e Alessandro Salemi si riflette in una proposta gastronomica che rifiuta sia l'affermazione autoreferenziale sia la rassicurante prevedibilità della tradizione pura. Gli chef raccontano la loro idea di cucina come costante esercizio di rispetto verso la materia prima: piatti pensati per valorizzare la stagionalità, ingredienti colti all’apice, lavorati con tecniche che perseguono l’autenticità e l’essenzialità. Non c’è traccia di virtuosismi fini a sé stessi, ma neppure di compiacimento nostalgico: ogni preparazione si misura con un equilibrio quasi silenzioso, dove la pulizia dei sapori guida l’esperienza.
Elemento centrale resta la pizza: qui l’impasto si fa morbido e sottile nella masticazione ma aereo, con lievitazioni lunghe e accorte che restituiscono una straordinaria leggerezza. I condimenti, mai ruffiani, attingono a produzioni selezionate con attenzione, senza trascurare incursioni più contemporanee nelle guarnizioni, sempre in sintonia con il contesto italiano. La cucina spazia poi tra proposte che alternano riferimenti al territorio e suggestioni più ampie, spesso giocate su cotture precise e composizioni visive che prediligono cromie naturali – un gioco raffinato di contrasti e armonie.
L’esperienza da Enosteria Mangia scorre senza forzature, lasciando percepire la cura paziente riposta dal gruppo nella costruzione di ogni dettaglio. Siamo davanti a un racconto gastronomico pensato per chi ricerca uno scambio autentico con il cibo: qui tutto parla con discrezione, dal profilo aromatico dei lievitati alle note verdi e fresche delle verdure, fino alla persistenza misurata di carni e pesci. Un equilibrio costantemente ricercato, che trova forma in piatti all’apparenza semplici ma profondamente meditati.