Tra le insegne più interessanti nell’attuale scena gastronomica romana, Epiro emerge grazie a una combinazione misurata di rigore, sensibilità e attenzione verso la materia prima. Entrando nel locale si coglie subito un’atmosfera raccolta, in cui elementi di design contemporaneo si intrecciano harmonieusement con dettagli vintage: legno naturale, tavoli ben distanziati, luci diffuse che invitano a una convivialità mai invasiva. La mise en place, essenziale ma curata, prepara il palato all’essenza della proposta, rinunciando agli eccessi decorativi in favore di una sobria funzionalità.
Al timone della cucina c’è Michele De Chirico: la sua impronta si esprime in una cucina che rifugge le mode passeggere e concentra l’attenzione sull'autenticità degli ingredienti. Non è una questione di etichette, quanto piuttosto di rispetto dei ritmi stagionali e del territorio, una visione che si declina in piatti dove l’equilibrio tra tradizione e sguardo contemporaneo si rivela a ogni portata. La carta cambia di frequente, dettata dalla disponibilità del mercato e dalla ricerca continua di prodotti che esprimano la stagione; una costante che traspare persino nella scelta di contorni e piccoli dettagli in accompagnamento.
Ogni piatto da Epiro racconta una storia di semplicità solo apparente: dai brodi limpidi e intensi che aprono il pasto ai secondi in cui carne e pesce vengono trattati con una mano rispettosa, senza mai sovrastare la delicatezza della materia prima. Le verdure, spesso protagoniste, vengono valorizzate con tecniche di cottura precise, restituendo profumi e colori vividi nel piatto. La presentazione non indulge mai nell’artificio, bensì sceglie linee pulite e porzioni calibrate, affidando all’occhio il compito di lasciare che siano consistenze e colori a parlare.
Epiro si distingue per una coerenza di fondo che si percepisce dalla cura nel dettaglio fino alla filosofia in cucina: il desiderio di restituire al cliente una cucina italiana riflessiva, ancorata alle radici ma libera di interpretare secondo la sensibilità dello chef. Il risultato è una proposta gastronomica solida e riconoscibile, che invita il commensale a un’esperienza lenta, capace di restituire alla tavola un senso di autenticità senza orpelli.
