Varcando la soglia di Oasis Sapori Antichi, si viene accolti da un’atmosfera rarefatta che rifugge la spettacolarità, privilegiando invece la pacatezza dell’accoglienza rurale irpina. Il legno caldo degli arredi, le pareti impreziosite da piccoli dettagli legati al territorio e la luce morbida che filtra tra le ampie vetrate compongono uno spazio intimo. Qui ogni elemento evoca una tradizione che non si limita a vestire i piatti, ma respira in ogni angolo della sala.
La cucina di Michelina Fischetti e Serena Falco si distingue per una ricerca sincera e rigorosa della materia prima irpina, scavando nei sapori per tirarne fuori la verità ancestrale. Il menu cambia con il ritmo delle stagioni: i profumi delle erbe spontanee seguono l’arrivo della primavera, mentre in autunno la tavola si colora di ortaggi locali e di carni scelte nelle piccole aziende circostanti. Ogni proposta si affida alla linearità degli ingredienti, evitando sovrastrutture o virtuosismi tecnici che rischierebbero di incrinare l’identità dei prodotti.
Nell’affrontare la tradizione di questo lembo di Campania, le due chef dimostrano una sensibilità contemporanea che non confligge con la storia locale, ma la esalta. Il piatto arriva in tavola con sobrietà, curato in ogni dettaglio nella presentazione: il colore vivo di una vellutata di ortaggi si staglia su ceramiche essenziali, mentre la consistenza rustica di un pane appena sfornato accompagna carni cotte a bassa temperatura, intrise di aromi che raccontano boschi e pascoli irpini.
Nella filosofia di cucina adottata da Fischetti e Falco non c’è spazio per forzature; secondo la loro visione, la vera innovazione nasce dal rispetto scrupoloso dell’origine e dalla capacità di valorizzare ciò che la terra offre senza mai piegarlo a mode passeggere. La stagionalità diventa così l’unico vero spartito, e la filiera corta non è uno slogan, ma una prassi quotidiana che si riflette nell’intensità dei sapori.
Oasis Sapori Antichi traccia un percorso nitido nell’attuale panorama gastronomico campano, dove la cura meticolosa del dettaglio – dal taglio degli ortaggi fino all’equilibrio delle spezie – si traduce in piatti mai troppo spiegati, ma chiaramente riconoscibili. L’esperienza qui si rivela per sottrazione, lasciando che siano i prodotti a raccontarsi e a scandire il tempo di un pasto autentico.
