La cucina di Porcino racconta una storia di confini sfumati, dove l’eredità alpina incontra il respiro caldo delle coste mediterranee. Entrando, la percezione è di un ambiente intimo e curato nei dettagli: il legno naturale che domina l’arredo richiama le baite d’alta quota, mentre tocchi di lino grezzo e ceramiche artigianali creano una rassicurante sensazione di calore contemporaneo. La luce, attenuata quanto basta, ritaglia chiaroscuri sulle superfici e invita a soffermarsi sul tempo, sul piacere della sosta.
Chi si accomoda a uno dei tavoli di Porcino si trova di fronte a piatti che declinano con rigore ingredienti di montagna e suggestioni mediterranee. Le erbe raccolte sui pascoli circostanti si affiancano a profumi d’olio d’oliva e agrumi, offrendo al palato una varietà di sensazioni: la freschezza dei vegetali di alta quota incontra la forza avvolgente delle spezie costiere. Ogni portata si presenta come una composizione armonica, dove la cromia degli elementi riflette la biodiversità delle Dolomiti e la vivacità degli orti mediterranei. Un esempio eloquente è l’utilizzo di tuberi, funghi e selvaggina locali, abbinati a emulsioni leggere di erbe aromatiche o a brodi fragranti che richiamano il mare.
Lo chef preferisce parlare di una cucina fatta di equilibrio: non una semplice fusione, ma un dialogo tra territori. Questo approccio si riconosce nella cura scrupolosa delle cotture e nella scelta di presentazioni essenziali, mai sovraccariche, da cui emerge la materia prima in tutta la sua immediatezza. La ricerca è costante, guidata dall’ascolto delle stagioni e dal desiderio di esplorare connessioni inedite tra ingredienti che, apparentemente distanti, trovano affinità sottili.
Il risultato è una proposta gastronomica che conserva il senso di autenticità, declinandolo con una sensibilità moderna. Il percorso tra i sapori offre una lettura personale del territorio: basta un boccone per cogliere la densità aromatica dei boschi, subito alleggerita da note agrumate o balsamiche che restano lunghe sul palato. In questa cornice, Porcino rivela il proprio tratto distintivo: la capacità di restituire, senza artifici, sia la profondità dei pascoli alpini che l’energia delle onde mediterranee.
