Alla Trattoria al Parco, la cucina diventa un racconto vissuto, fatto di scelte ponderate e di una dedizione che si percepisce a ogni boccone. Qui, l’impronta personale di Francesca Becia e Paolo Meori emerge con naturalezza: si avverte dalla composizione del menu, che ruota attorno alle produzioni del Friuli Venezia Giulia e regala assaggi che non si accodano alle tendenze, ma rivisitano con compostezza le ricette tradizionali. In tavola, ogni piatto appare essenziale, curato senza orpelli superflui, focalizzato solo sulla pulizia dei sapori e sulla stagionalità delle materie prime.
L’ambiente accompagna il percorso gastronomico con discrezione. Gli ambienti della trattoria riflettono una sobrietà autentica e insieme rassicurante; prevalgono arredi in legno e tocchi che richiamano la ruralità friulana senza cedere al folclore, creando un’atmosfera informale, in cui le conversazioni scorrono naturalmente tra i tavoli. Dalla sala filtra una luminosità calda che cambia con le stagioni, valorizzando la naturalezza della mise en place e l’attenzione alla presentazione dei piatti.
Il riconoscimento Bib Gourmand sottolinea un’anima concreta: la cucina qui è schietta, pensata per restituire valore agli ingredienti del territorio, lavorati con competenza e senza eccessi. Francesca Becia e Paolo Meori sposano la filosofia del rispetto rigoroso per la stagionalità e per il patrimonio gastronomico friulano, evitando declinazioni didascaliche o manierismi. Il loro stile si distingue per una ricerca costante dell’equilibrio, dove la tecnica non viene mai ostentata, ma piuttosto impiegata al servizio di sapori netti e ricchi di memoria.
Nella successione delle portate, la narrazione gastronomica si sviluppa senza fretta: profumi vegetali, note decise di carni locali, accenti minerali dalle erbe spontanee e una delicatezza che appare tanto nei primi quanto nei secondi. I piatti arrivano in tavola con un’eleganza misurata, rivelando attenzione al dettaglio, ma senza artifici decorativi inutili.
La presenza attiva dei due chef è avvertibile nell’armonia generale che permea la proposta: la cucina si racconta attraverso piccoli gesti e scelte meditate, lasciando il compito decisivo al gusto, unico vero protagonista di un’esperienza che si radica profondamente nell’identità friulana.