5 luoghi
La Bologna… futura: alla scoperta dei ristoranti contemporanei da provare
Perché questa lista
Allegra vive dalla mattina alla sera con il format dell’all day. La giornata inizia con una proposta di viennoiserie molto interessante – dai croissant alla doppia vaniglia al pain suisse – affiancata a una caffetteria di respiro specialty con espresso, pour over e cold brew tra le proposte. All’ora dell’aperitivo il locale si trasforma in un luogo conviviale, con piattini da condividere che spaziano dai salumi d’eccellenza al pane con lievito madre e burro montato. A pranzo e cena la cucina alterna radici emiliane – tortellini in crema di Parmigiano, tagliatelle al ragù – a piatti dai sentori più contemporanei come i plin di maiale con salsa di albicocche o la faraona arrosto agli agrumi (a seconda della stagione).
Il Corbezzolo è da sempre simbolo di protezione e ospitalità, un’immagine che ben rappresenta lo spirito del ristorante guidato da Giuseppe Tarantino. Chef campano trapiantato in Emilia-Romagna, Tarantino costruisce la sua cucina come un incontro tra due radici: da un lato i profumi e i colori del Mediterraneo, dall’altro la solidità della tradizione emiliana. Ne nasce una tavola che racconta il piacere della convivialità, interpretato con sensibilità contemporanea e grande attenzione alla stagionalità.
La filosofia del locale si traduce in un ambiente accogliente e in un menu che alterna i grandi classici della tradizione regionale a proposte più attuali, capaci di sorprendere senza mai perdere di vista equilibrio e gusto. Non si tratta di contrapporre due cucine, ma di farle dialogare in un racconto coerente, che unisce memoria e ricerca.
Una stella Michelin che rappresenta uno dei punti più alti della cucina in città. Lo chef Agostino Iacobucci porta avanti una cucina d’autore che intreccia radici campane e sensibilità emiliana, con piatti che raccontano eleganza, tecnica e profondità gustativa. I menu degustazione, dal percorso più creativo a quello classico, mostrano una mano precisa e un pensiero culinario capace di unire Mediterraneo e territorio locale. Il ristorante, situato all’interno di Villa Zarri, offre anche un contesto scenografico di grande fascino.
Storico punto di riferimento cittadino, Al Cambio è noto per essere una delle tavole predilette dai bolognesi che amano mangiare bene. La cucina, guidata da una forte conoscenza della tradizione, si apre anche a interpretazioni più attuali, mantenendo sempre centralità e concretezza del gusto. Il menu spazia dai piatti di terra a quelli di mare, con una carta che cambia seguendo le stagioni. L’ambiente, classico e accogliente, conserva lo spirito di un luogo in cui la convivialità resta protagonista.
Nel cuore di Bologna, sotto il portico di Corte Isolani, Seta Sushi porta in città un’interpretazione precisa e contemporanea della cucina giapponese. A cena la proposta ruota attorno a due percorsi Omakase ideati dallo chef Byron Verano, che uniscono piatti tipici nipponici a letture più occidentali. La carta resta disponibile con una selezione di classici e variazioni personali, pensata per un pubblico che ama la creatività gastronomica. L’esperienza si consuma davanti al lungo banco, dove la brigata lavora a vista. La cantina conta oltre cento etichette, con particolare attenzione a vini naturali e biodinamici, accanto a una selezione di sakè serviti anche in abbinamento ai menu degustazione.
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