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Al Cambio

Ristorante Al Cambio
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V. Stalingrado, 150
40128 Bologna BO
Italia

Giorno Time slot
Lunedì 12:30-14:30, 19:30-22:30
Martedì 12:30-14:30, 19:30-22:30
Mercoledì 12:30-14:30, 19:30-22:30
Giovedì 12:30-14:30, 19:30-22:30
Venerdì 12:30-14:30, 19:30-22:30
Sabato 19:30-22:30
Domenica Chiuso
Prezzo
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Perchè andarci

All’ingresso, un’atmosfera elegante ma priva di ostentazione accoglie chi si siede ai tavoli di Al Cambio. La sala, ariosa e luminosa, gioca sulle tonalità calde del legno e su dettagli sobri che richiamano la storia gastronomica emiliana senza caricature. Ogni elemento d’arredo è pensato per lasciare spazio all’essenziale, ponendo al centro il piacere del convivio e della scoperta autentica dei sapori.

Massimiliano Poggi guida la cucina con una filosofia chiara: reinterpretare la tradizione emiliana senza strappi, rispettando la memoria del territorio in ogni piatto. La tecnica si amalgama alla sensibilità per la materia prima attraverso gesti misurati, capaci di esaltare ingredienti freschi e stagionali selezionati tra le eccellenze locali. L’identità del luogo si coglie in proposte che preferiscono la sostanza alla teatralità, lasciando parlare il gusto e la cura per l’equilibrio dei sapori.

I piatti esprimono una personalità che si percepisce sin dal primo sguardo. Paste tirate al mattarello si presentano con una lucentezza invitante, mentre brodi limpidi e intensi rimandano a pranzi familiari, rielaborati con un’attenzione quasi filologica. Le carni, rigorosamente locali, arrivano al tavolo succulente, accompagnate da contorni di stagione che ne esaltano la naturale ricchezza. Persino i dolci mantengono questo fil rouge: pochi ingredienti ben calibrati in consistenze che non appesantiscono mai il palato, quasi a voler concludere il percorso rimanendo fedeli a un rigore stilistico.

La sala trasmette un senso di tranquillità, valorizzata da una mise en place sobria e raffinata, dove il piatto emerge come protagonista discreto. Non vi sono eccessi visivi: la bellezza qui nasce dalla coerenza tra ambiente e cucina, in una sintonia rara che avvolge l’intera esperienza gastronomica.

Al Cambio si distingue per quel suo equilibrio attento fra rispetto delle radici e sottile tensione alla ricerca: un luogo dove la cucina non mostra mai l’urgenza di stupire, preferendo una narrazione silenziosa e profonda delle tradizioni emiliane, filtrate dallo sguardo di uno chef che lavora con metodo e consapevolezza.

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Al Cambio

Entrare al ristorante Al Cambio a Bologna è come fare un’immersione nei classici della letteratura: si assaggiano piatti che hanno fatto la storia della cultura gastronomica emiliana e che non conoscono età. La tradizione qui resiste al tempo e alle tendenze. Anzi, proietta nel futuro. Merito della regia, affidata al pluripremiato Piero Pompili, carismatico direttore che garantisce una mise en place e un’accoglienza impeccabile, ma anche dello chef Matteo Poggi. Suo padre, Max Poggi, dopo 25 anni Al Cambio, nel 2016 ha ceduto a lui il testimone (oggi è alla guida di Serra Sole a Trebbo di Reno, trattoria nata dalla collaborazione con la cooperativa sociale Eta Beta). 

La sala del ristorante Al Cambio, intima e raccolta, racconta storie di accoglienza e di tradizione, tra luci soffuse, spazi armoniosi e caldi dettagli studiati ad hoc. Ogni tavolo invita scoprire i sapori della cucina bolognese. Il menu? Nasce dalla ricerca sulle materie prime e sui prodotti di stagione. La cultura gastronomica locale viene onorata, in un perfetto connubio tra passato, presente e futuro. 

Ecco quindi piatti che parlano bolognese in maniera autentica, ma con il gusto e la leggerezza della modernità. Si comincia con lo Sformatino di patate e mortadella, salsa al Parmigiano, per proseguire con must come le Tagliatelle alla bolognese o la mitica Lasagna tradizionale, con 7 strati in sfoglia verde al ragù, segnalata dal New York Times tra i 25 piatti di pasta da assaggiare in Italia. Non mancano i Tortellini in doppio brodo di carne “come una volta” e altri classici come la Cotoletta di vitello alla bolognese. Si chiude in dolcezza, con dolci della tradizione che vanno dalla Zuppa inglese alla Torta di Tagliatelle. Dall’antipasto al dessert, l’alfabeto gastronomico bolognese è servito.

Le tavole più vicine, i sapori più sorprendenti

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Castel Maggiore, Italia